Zara non frena sulle collaborazioni. Il player spagnolo non perde tempo, e dopo aver appena collaborato per la seconda volta con il noto stylist Harry Lambert e aver lanciato nelle scorse settimane la capsule disegnata da Stefano Pilati (attualmente in vendita con una campagna scattata da Steven Meisel) si prepara al debutto di una collezione pensata con un altro volto noto del sistema moda: Kate Moss.
Secondo quanto si legge su Wwd, l’ultimo drop del colosso del fast fashion dovrebbe essere in uscita il prossimo 30 novembre e vede come protagonista la modella britannica, che per l’occasione è tornata a disegnare una serie di abiti ready-to-wear e accessori pensati per le grandi serate e per il mondo della notte. Moss, che in passato ha già collaborato con la label come volto di una serie di campagne e che per questa collaborazione è stata affiancata dalla stylist Katy England (che si è occupata di curare lo stile), ha dichiarato alla testata americana di aver voluto creare “la capsule perfetta per le feste – pezzi che sembrino chic senza sforzo, ma con un tocco di classe”.
La top model emblema degli anni ’90 – nota anche per aver condotto in passato una vita di eccessi – torna quindi a mettere la sua firma su una collezione di abbigliamento dopo che dal 2007 al 2010 aveva lavorato alla creazione di alcuni modelli per Topshop, venduti anche in noti retailer come Collette a Parigi, Corso Como a Milano e Barneys New York. “Ho sempre amato le loro collaborazioni, quindi quando Marta (Ortega, presidente di Inditex e figlia del patron Amancio Ortega, ndr) e io abbiamo parlato per la prima volta di questo progetto ero entusiasta di poter disegnare di nuovo abiti e di lavorare con Katy England”, ha aggiunto la modella, che attualmente è proprietaria della omonima agenzia di talent e del marchio beauty Cosmoss.
Sarebbe stata proprio Marta Ortega ad aver pensato per Zara ad una strategia così incentrata sulle collaborazioni di ‘alto profilo’ (quella con Meisel, protagonista di una collezione, è forse l’esempio più lampante) che seguendo il metodo già collaudato di altri player del fast fashion come H&M (ma con una qualità dei prodotti più alta, così come il price point) hanno permesso al marchio di punta di Inditex (che ha chiuso la prima parte del suo fiscal year con ricavi per 18,1 miliardi di euro) di riposizionarsi, introducendo dei pezzi che si avvicinano sempre di più alla fascia premium.