Cruna si allea con Candiani per l’autunno/inverno 24-25 e corre verso i 6 milioni di euro. La label vicentina conferma, infatti, le previsioni di crescita per il fiscal year ormai alle battute finali, che fa seguito a un 2023 in crescita del 45% a 4,4 milioni: “Il target dei 5 milioni e mezzo è ormai superato, e contiamo di mettere a segno una crescita del 30 per cento”. Ad anticiparlo a Pambianconews è Alessandro Fasolo, CEO e co-founder del marchio nato nel 2013 e orientato al concetto di total look sia sull’uomo, da cui la sua genesi ha preso il via, sia sulla donna, introdotta tre stagioni fa.
La proposta di womenswear targata Cruna contribuisce già, dopo circa due anni, al 30% dei ricavi del brand, grazie alla creatività strategica di un proprio ufficio stile e il tentativo di – racconta ancora Fasolo – “trasporre il valore del tessuto e della materia prima, così centrale nel menswear, al mondo dell’abbigliamento femminile, tendenzialmente più sensibile a design e trend”.
Al centro resta il concetto di made in Italy e di filiera corta, perseguito anche attraverso collaborazioni selezionate secondo un criterio di affinità: “Con Candiani condividiamo il valore e la qualità del prodotto e nel loro caso il know-how nella produzione e di tessuti”. Specializzato nella produzione di denim, Candiani ha messo questo materiale a disposizione di Cruna, scegliendo in particolare un materiale lavorato attraverso la tecnologia ‘Coreva’: un denim stretch compostabile, orientato alla sostenibilità, che “si adatta ai codici stilistici del marchio con versatilità, nonostante la natura così connotata di questo tessuto”.
Intanto, sul versante dei canali distributivi, il marchio continua a poggiare quasi totalmente sul wholesale. La collezione uomo è distribuita oggi presso 350 multibrand, di cui 200 in Italia (Rinascente, su tutti) e 150 all’estero. La distribuzione donna conta 130 multibrand partner. L’Italia resta al momento il mercato principale, seguita da Svizzera, Germania, Austria e Benelux. Avviata quest’estate, inoltre, una distribuzione in Giappone, a Tokyo, anch’essa attraverso la partnership con un distributore locale. Nei piani anche il Middle East e la Russia. “Per espanderci all’estero abbiamo anche rafforzato la nostra struttura commerciale con altre due figure, potenziando inoltre lo showroom di Milano, crocevia di questi nuovi network”.
Se al momento l’estero è arrivato a pesare il 25%, contro un’Italia che rappresenta il restante 75%, “nei nostri piani strategici commerciali vorremmo invertire quest’equilibrio in modo che l’estero superi l’Italia”, spiega Fasolo.
Sul fronte degli store monobrand, Cruna ha al momento due flagship store, uno in Costa Smeralda e uno sul lago di Como, rispettivamente in modalità dos e franchising, che rappresentano un “progetto pilota per sperimentare, in due località strategiche, i modelli di business e capire come orientarci in futuro”.
Il manager anticipa, inoltre, un piano di opening che prevede nel prossimo triennio “diverse aperture”, anch’esse in città e località strategiche in Italia e all’estero. Marginale ma destinato a un potenziamento il ruolo dell’e-commerce, che per il momento non pesa più del 3% dei ricavi complessivi ma comunque quasi quadruplicato negli ultimi tre anni.
All’orizzonte, anticipa Fasolo, anche delle capsule ad hoc che, dopo l’approdo nei flagship, verrano proposte ad ampio raggio, e la prima collezione resort di Cruna, che debutterà nel 2025.