Le operazioni di M&A nel segmento moda sono in aumento nel primo semestre 2024 in Italia, dove deal, fusioni e delisting sono passati da quattro a otto rispetto al 2023. Tod’s, Vhernier, Elisabetta Franchi, Trussardi sono stati tra i protagonisti delle contrattazioni nella prima metà dell’anno. L‘ammontare investito da parte dei fondi di private equity è aumentato dai 27 milioni di euro dello scorso anno agli attuali 296 milioni, secondo le ricerche e i dati elaborati da Aifi e Pwc per Confimprese. Il trend in atto evidenzia che, in un percorso di consolidamento dei brand, c’è ancora spazio per le operazioni acquisizioni e fusioni nel retail, ma anche per un aumento di operazioni di ristrutturazione finanziaria, per razionalizzare la presenza dei punti vendita fisici, ottimizzare ed efficientare il canale online. Senza contare, poi, che l’ammontare degli investimenti è nettamente aumentato, segno che le operazioni condotte a termine sono di dimensioni maggiori tanto che il peso del retail sul totale mercato delle operazioni di private equity è pari al 5% come nel 2019.
“Dal 2020 a oggi, nel settore moda, sono stati investiti quasi tre miliardi, distribuiti su circa 90 operazioni. Una quota significativa di questi capitali proviene da fondi internazionali, che negli anni hanno dimostrato un grande interesse per le aziende del Made in Italy. Ad attrarre gli investitori non sono solamente i grandi marchi famosi in tutto il mondo, ma anche le imprese più piccole, spesso operanti in nicchie di mercato, che, insieme al private equity, possono crescere e consolidarsi, anche a livello internazionale”, spiega in un commento a Pambianconews Alessia Muzio, responsabile ufficio studi e ricerche di Aifi.
Le principali operazioni nel segmento moda riguardano in particolare la procedura di delisting del gruppo Tod’s, che si è conclusa il 7 giugno 2024 dopo 24 anni dalla quotazione del marchio del lusso marchigiano sui listini di Piazza Affari; c’è poi l’acquisizione al 100% del marchio di alta gioielleria Vhernier, eccellenza del distretto italiano di Valenza, da parte del gruppo elvetico Richemont (già proprietario di Cartier e Van Cleef & Arpels e che ha appena ceduto Ynap a Mytheresa) e ancora quella del gruppo Miroglio che ha finalizzato a marzo l’acquisto della casa del levriero Trussardi, avvenuta “nel contesto di un’operazione di ristrutturazione avviata dalla società milanese, con l’obiettivo di valorizzare il marchio e garantire la continuità industriale”. Infine si è concretizzato ad aprile il deal tra l’imprenditrice bolognese Elisabetta Franchi (la sua Betty Blue chiuderà il 2023 con un fatturato pari a 170 milioni di euro e un ebit del 31,8 per cento) e l’ex amministratore delegato di Gucci, Marco Bizzarri, il quale ha di recente dato il via a un nuovo capitolo della sua carriera costituendo la holding di investimenti Nessifashion. Attraverso quest’ultima il manager ha investito una quota che potrà salire fino al 23% dell’azienda. Recentemente la holding di Bizzarri avrebbe anche acquisito una quota di minoranza del marchio Maccapani di Margherita Missoni.
“Il comparto moda sta vivendo un periodo di forte difficoltà, tra inflazione (che tuttavia ora allo 0,7% registra il livello più basso da inizio anno, ndr) e i consumi che languono con un trend del -0,4% nel periodo gennaio-agosto 2024. In questo contesto l’interesse crescente dei fondi di private equity e degli investitori finanziari è un fattore importante per il fashion, dove ci attendiamo un aumento di operazioni di ristrutturazione finanziaria sia per razionalizzare la presenza dei punti vendita fisici sia per ottimizzare ed razionalizzare il canale online e ulteriori operazioni su brand”, ha detto a Pambianconews il presidente di Confimprese, Mario Resca.
Nel fashion sono attese ulteriori operazioni di M&A entro la fine del 2024, sempre volte alla ristrutturazione finanziaria e a progetti di razionalizzare degli asset aziendali.