Sulla piattaforma Lyst, collegata ai principale e-tailer globali, le ricerche per i cardigan di Jacquemus sono cresciute del 18%, quelle per le borse di Ganni del 15% mentre il 46% in più di utenti ha digitato “cappelli da marinaio” e il 56% “cappotti a quadri”. Cosa hanno in comune questi dati? Le ricerche sono lievitate dopo l’arrivo dei nuovi episodi della serie ‘Emily in Paris’ in cui i protagonisti sfoggiano i relativi indumenti.
Secondo un articolo pubblicato da Vogue Business, il legame tra la moda e la serie Netflix non si limita solo all’estroso styling che caratterizza alcuni membri del cast. La quarta stagione, di cui da oggi è disponibile la seconda parte ambientata a Roma, ha offerto ancora maggiore spazio a marchi del calibro di Ami Paris, Augustinus Bader, Baccarat e Boucheron. Mentre l’agenzia di public relations Agence Grateau è solo frutto della mente creativa degli sceneggiatori, l’impatto per i brand coinvolti nella trama è reale.
“Emily in Paris sfrutta la reputazione di Parigi come capitale mondiale della moda, rendendola una piattaforma potente per i marchi di lusso per raggiungere clienti ambiziosi”, afferma Alex Caceres, responsabile marketing statunitense per la società di gestione dei social media Metricool, che ha analizzato l’attività delle griffe sui social media dopo il primo lancio della quarta stagione. “Il pubblico globale dello show, composto da millennial, Gen Z, appassionati di moda e consumatori attenti allo stile, è affascinato dalla sua estetica lussuosa ma riconoscibile”, aggiunge il manager.
Ad esempio in uno degli episodi il personaggio interpretato da Ashley Park entra in un negozio fittizio di Vestiaire Collective per vendere un abito couture. La costumista dello show, Marylin Fitoussi, si procura regolarmente pezzi da Vestiaire per la serie, quindi la partnership ha preso vita in maniera naturale. La partnership con ‘Emily in Paris’, riporta Vogue Business, fa parte della strategia più ampia di Vestiaire Collective per accrescere la sua presenza nel mercato americano, che oggi rappresenta il 20% delle vendite. “La presenza di Vestiaire Collective posiziona l’azienda come un’autorità di moda affidabile e porta il nostro messaggio a un pubblico appassionato di moda”, dichiara la co-founder e CEO Fanny Moizant. Vestiaire Collective ha guadagnato oltre 22mila follower dalla prima puntata, secondo Metricool, il numero più alto tra tutti i marchi presenti nello show fino ad oggi. Negli Stati Uniti, le ricerche su Google per Vestiaire Collective sono aumentate dell’85% rispetto all’anno precedente nella settimana successiva all’uscita della quarta stagione della serie.
Secondo Netflix la prima stagione del telefilm, online nel 2020, è stata seguita da 58 milioni di famiglie in tutto il mondo. La seconda stagione è stata lo show Netflix più visto del 2022. La prima metà della quarta stagione, pubblicata il 15 agosto, ha raggiunto la vetta della classifica tv globale quella settimana, debuttando con 19,9 milioni di visualizzazioni nei suoi primi quattro giorni di streaming. Questi numeri spiegano l’interesse dei marchi nel voler entrare nella vita parigina di Emily Cooper, (interpretata dall’attrice e produttrice Lily Collins). Senza contare che lo show ha generato decine di account Instagram dedicati come @EmilyInParisOutfits (170.000 follower), @LilyCollinsStyle (31.900 follower) e @EmilyInParisOutfit (25.600 follower), che suddividono e identificano i look dello show. Su TikTok, ci sono sette milioni di post che contengono le parole ‘Emily in Paris clothes’. Per capitalizzare la domanda, scrive la testata di Condé Nast, Netflix ha collaborato con Google Lens questa stagione per consentire ai fan di utilizzare la tecnologia di riconoscimento delle immagini per acquistare look o trovare pezzi simili a quelli presenti nello show.
‘Emily in Paris’ sembra aver ereditato lo status di fashion cult da ‘Sex & The City’ con cui condivide una spiccata liaison con la moda. A differenza però dell’antesignano americano, il telefilm Netflix attrae un pubblico molto più giovane e, grazie alla digital revolution, le partnership con i brand sono promosse immediatamente via social trainando di conseguenza gli acquisti online. Mentre le fan di Carrie Bradshaw avevano bisogno di recarsi in boutique per acquistare un paio di Manolo Blahnik oggi le ammiratrici di Emily Cooper possono acquistare la stessa borsa di Vivienne Westwood e le sue décolleté di Christian Louboutin con un click.