Gli italiani vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità. È questo il verdetto che emerge dall’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con la società di ricerche Swg, nell’ambito del progetto ‘Cities’, riguardando il contrasto tra la desertificazione delle città e il valore sociale sviluppato dalle economie di prossimità.
L’indagine, più nello specifico, rivela che per il 64% degli intervistati gli esercizi in prossimità rafforzano le comunità, per il 57% fanno sentire più sicure le persone e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26% in più).
Guardando alle categorie di consumo, se gli acquisti di farmaci (per il 64% del campione) e tabacchi (59%) vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini alla propria abitazione, lo shopping di abbigliamento (64%), alimentari a lunga conservazione (60%), accessori per la casa (60%) ed elettronica (53%) avviene prevalentemente nei centri commerciali e nelle grandi strutture distributive (come megastore e outlet). Negli esercizi commerciali in centro città queste categorie registrano percentuali di acquisto tra il 2% e il 5 per cento.
Alla base di questo trend ci sarebbe proprio l’avanzare della desertificazione commerciale, ovvero l’assenza o la chiusura di insegne ‘tradizionali’ nei centri delle città e in prossimità dei quartieri residenziali. Proprio rispetto alla propria zona di residenza gli intervistati avvertono, infatti, una diminuzione soprattutto di negozi di abbigliamento ed elettronica (46%) e di servizi essenziali, tra cui la vendita di alimentari (42%). Solo i servizi per il tempo libero (come bar e ristoranti) sono percepiti in aumento (dal 43% degli intervistati).
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha commentato: “Anche nell’era digitale, i negozi di vicinato sono insostituibili: rendono le città più vivibili, attrattive e sicure. È necessario contrastare la desertificazione commerciale incentivando l’innovazione e sostenendo la riqualificazione urbana attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei”.