I principali player del lusso hanno subito una battuta d’arresto e, di riflesso, anche i patrimoni dei magnati che ne sono a capo hanno registrato quest’anno una contrazione. A testimoniarlo è il ranking ‘Bloomberg Billionaires Index’, classifica giornaliera delle ricchezze accumulate delle persone più facoltose al mondo (i dati vengono aggiornati quotidianamente alla chiusura della Borsa) che riporta come anche il patrimonio di Bernard Arnault, alla guida di Lvmh, abbia subito una leggera flessione.
Se paragonato con lo stesso periodo dello scorso anno, il capitale personale del magnate francese è infatti calato di 10,8 miliardi di dollari (9,8 miliardi di euro al cambio attuale) a quota 197 miliardi, ora al terzo posto della classifica sotto quelli di Elon Musk e Jeff Bezos (che invece sono corrispettivamente saliti di 34,7 e 33,6 miliardi rispetto all’ultimo anno, ricoprendo il primo e il secondo piazzamento). Ad essere parallelamente aumentati sono infatti i patrimoni dei ‘big della technology’. Le ‘tasche’ di Mark Zuckerberg, nonostante i continui terremoti della sua Meta, si sono rimpolpate di altri 36,8 miliardi (il più grande balzo in avanti se considerate le prime dieci posizioni).
Solo lo scorso aprile ‘the wolf in cashmere’ (come è stato più volte definito dalla stampa di settore il numero uno di Lvmh) vantava un patrimonio netto di 233 miliardi di dollari, 22 miliardi di dollari in più rispetto al 2023, e il primo gradino nell’olimpo dei miliardari. L’attuale discesa di Arnault, spiega Bloomberg, farebbe però capo proprio a un periodo generalmente complesso per tutto il settore del lusso (principalmente colpito dalle performance calanti della Cina, come evidenziano i conti di Burberry e Richemont), che ha causato la perdita collettiva di 24 miliardi di dollari da parte dei ‘paperoni’ del comparto nel 2024, a fronte di un aumento del 13%, pari a mille miliardi di dollari, per le altre 500 persone presenti nella classifica. L’ultima volta che il divario tra i due gruppi è stato così ampio, precisa la testata, è stato nel maggio 2022.
Guardando infatti anche alle ricchezze di un altro ‘signore del lusso’, François-Henri Pinault, a capo di Kering e 63esimo uomo più ricco del pianeta, si evince come il calo sia generalizzato. La ricchezza di Pinault, il cui gruppo è alla prese con un importante riassetto (a causa del recente rilancio di Gucci e della sua grande incidenza sui ricavi totali) si sarebbe persino dimezzata negli ultimi tre anni.
A non sfoltirsi sono invece i patrimoni dei fratelli Alain e Gerard Wertheimer: i proprietari di Chanel hanno infatti accumulato altri 2,12 miliardi a testa. Attualmente posseggono più di 49 miliardi ciascuno. Un risultato che non sorprende dato il recente dividendo di 5,7 miliardi di dollari (5,2 miliardi di euro) per il 2023, il più alto da quando la maison ha pubblicato i suoi risultati a Londra sei anni fa. Proprio Bloomberg stimava lo scorso giugno che la rincorsa della maison (i cui prezzi sono aumentati vertiginosamente in un ritocco compreso tra il 2,8 e l’8,3%, che sarebbero proprio il motivo dietro la continua crescita della storica casa di moda), ha portato ‘nelle tasche’ della famiglia Wertheimer ben 12,4 miliardi. A guadagnare c’è anche Johann Rupert & family, patron di Richemont che ricopre il 161esimo posto. Nel suo caso l’incremento è stato di 1,09 miliardi portando il patrimonio a quota 13,5 miliardi.
Guardando agli italiani in classifica il rallentamento ‘colpisce’ anche il patrimonio di Giorgio Armani, che segna -336 milioni a quota 6,53 miliardi. Non indietreggia invece Miuccia Prada, che guadagna 1,15 miliardi (stessa crescita del marito Patrizio Bertelli, con cui condivide le redini del gruppo omonimo).