La Cina frena anche Richemont. Le vendite nel primo trimestre 2024 del colosso svizzero sono diminuite dell’1% a cambio di tassi correnti (+1% a cambio di tassi costanti) raggiungendo i 5,26 miliardi di euro. Nel Q1 di un anno fa le vendite del gruppo erano aumentate del 14% (+19% a cambi costanti).
Tutte le aree geografiche hanno registrato una crescita nel periodo conclusosi il 30 giugno, ad eccezione dell’Asia Pacifico, dove le vendite sono diminuite del 19% (-18% a cambi costanti), “poiché l’aumento delle vendite in Corea del Sud e Malesia ha mitigato solo parzialmente un calo del 27% in Cina, Hong Kong e Macao messi insieme”, spiega una nota. “Il calo riflette sia il basso livello di fiducia dei consumatori sia i forti dati comparativi che vanno dalla crescita a due cifre nel continente a tre cifre a Hong Kong e Macao rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, continua Richemont cui fanno capo i marchi di gioielli Cartier, Buccellati e Van Cleef & Arpels, numerosi brand di orologi tra cui A. Lange & Söhne, Jaeger-LeCoultre e Vacheron Constantin, maison del calibro di Alaïa, Chloé, Gianvito Rossi e Montblanc oltre a Ynap e Watchfinder.
In Europa, le vendite sono aumentate del 4% (+5% a cambi costanti), spinte dalla resilienza della domanda locale e dal rafforzamento degli acquisti turistici. Nelle Americhe, la progressione delle vendite dell’11% riflette una domanda interna sostenuta in tutti i canali di distribuzione. La crescita più forte è quella giapponese con un +42% (+59% a cambi costanti; +14% nello stesso periodo dell’anno precedente). “La crescita è stata alimentata dalla domanda interna e dalla fiorente spesa turistica di clienti cinesi, sudcoreani, del Sud-Est asiatico e americani, favoriti da uno yen indebolito”. Le vendite in Medio Oriente e Africa sono aumentate dell’8%, beneficiando della crescita della spesa domestica e turistica negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita.
La crescita delle vendite nei canali retail e online ha compensato un calo delle vendite nel canale whoelsale. Il retail, che rappresenta il 69% delle vendite del Gruppo, è flat (+2% a cambi costanti), guidate in gran parte dalla crescita a metà cifra delle maison di gioielleria. Le vendite retail online sono aumentate del 6%, sostenute dalla crescita di Watchfinder e delle maison di gioielli e moda e accessori. Il calo delle vendite del 6% nel canale whoelsale riflette principalmente la performance più debole nella regione Asia-Pacifico.
Le tre maison di gioielli hanno registrato una crescita delle vendite del 2% (+4% a cambi costanti) rispetto a comparativi impegnativi (+24% nello stesso periodo dell’anno precedente) per un totale di 3,6 miliardi di euro. Le vendite presso gli specialisti di orologiai sono diminuite del 14% (-13% a cambi costanti) a 911 milioni poiché la performance degna di nota del Giappone ha compensato solo parzialmente le minori vendite in Europa e Asia Pacifico, in particolare in Cina, Hong Kong e Macao messi insieme. Bernstein ha sottolineato che la divisione gioielli ha superato le proiezioni di consenso del 2%, mentre quella degli orologi è stata ben al di sotto delle aspettative degli analisti di un calo del 3%. In mattinata il titolo del gruppo elvetico oscilla intono al +1 per cento.
“Da segnalare la resilienza di Vacheron Constantin e A. Lange & Söhne. Le altre aree merceologiche del Gruppo hanno generato 701 milioni grazie a un aumento del 6%, sostenuto da una progressione a doppia cifra di Watchfinder e da una crescita del 4% delle maison di moda e accessori, tra cui Gianvito Rossi, consolidata dal 1° febbraio 2024. Lo slancio continuo di Alaïa guidata dal direttore creativo Peter Millar ha ampiamente compensato il calo delle vendite registrato nella maggior parte degli altri fashion brand, inclusa Chloé, dove la collezione di debutto di Chemena Kamali è arrivata nei negozi solo alla fine del trimestre in esame. Richemont non ha aggiornamenti sulla vendita di Yoox Net-a-porter, società che classifica tra le “attività operative cessate” con le attività destinate alla vendita. L’e-commerce ha registrato un calo delle vendite del 15 per cento.
I dati finanziati relativi al Q1 di Burberry diffusi ieri hanno segnalato un calo nell’Asia Pacific del 23% con la Cina continentale che segna -21%, l’Asia Meridionale Pacifico -38% e la Corea del Sud -26 per cento. La Cina ha impattato negativamente anche sul primo semestre di Swatch Group che “prevede che il mercato cinese (compresi Hong Kong SAR e Macau SAR) rimarrà difficile per l’intero settore dei beni di lusso sino alla fine dell’anno”. D’altro canto i dati attuali sul mercato cinese indicano come il pil del secondo trimestre 2024 abbia visto una frenato registrato una crescita annua del 4,7%, contro il +5,3% dei primi tre mesi dell’anno. In più, sottolineano le agenzie, “è emerso che le vendite al dettaglio hanno registrato un progresso pari solamente al +2% annuo nel mese di giugno. Si tratta del tasso di più basso dal dicembre 2022”.
Lo scorso maggio Richemont ha comunicato l’acquisizione di Vhernier, maison di gioielli fondata a Valenza nel 1984 e ha sede a Milano.