Cala il sipario sulla 39esima edizione di Milano Unica, la fiera dedicata al tessile e accessori alto di gamma che ha chiuso ieri i battenti con 5.541 presenze complessive. Un risultato che segna, per la fiera dedicata al tessile e accessori alto di gamma, un incremento del 19% sull’edizione di luglio 2023, nonostante si assesti lievemente al di sotto dell’appuntamento dello scorso gennaio, arrivato a contare 5.886 visitatori. Con protagoniste le proposte autunno/inverno 2025-26 di 569 aziende espositrici, di cui 454 italiane (+18%) e 115 europee (+47%), la kermesse ha confermato il potenziamento della propria vocazione internazionale: guardando alla composizione dell’affluenza, sono stati 3.403 i visitatori italiani (+11%), e 2.138 quelli stranieri, in crescita del 36% su un anno fa.
La crescita internazionale si è distribuita su tutti i tradizionali mercati di sbocco di tessuti e accessori presenti a Milano Unica, con una menzione d’onore per Francia (+65%), Spagna (+60%), Cina (+55%), Germania (+47%), Gran Bretagna (+30%) Corea (+20%), Giappone (+16%), Usa (+14 per cento). Da segnalare, inoltre, la presenza per la prima volta di 22 aziende provenienti dagli Emirati Arabi.
L’appuntamento fieristico, che segna la prima edizione sotto la presidenza di Simone Canclini, appena succeduto ad Alessandro Barberis Canonico, vede sullo sfondo un momento di profonda complessità per il tessile tricolore che, dopo un 2023 in flessione del 3,1% a 7,7 miliardi, ha registrato nei primi tre mesi del 2024 in corso un’altra battuta d’arresto, sia sul fronte del commercio con l’estero sia sul fronte dell’attività produttiva, secondo lo scenario tratteggiato dal Centro Studi di Sistema Moda Italia (Smi).
“Per il tessile si tratta indubbiamente di un momento complesso”, ha spiegato Canclini a Pambianconews. Prosegue però aggiungendo che: “Parallelamente, la fiera è andata molto bene. Siamo al record di spazio occupato, con un incremento del 23% della superficie espositiva, grazie al numero in crescita di aziende presenti”. E riguardo al suo nuovo ruolo di presidente, Canclini commenta ricordando la propria vicinanza alla fiera tessile ben prima della recente nomina: “È la mia prima stagione da presidente, ma dal momento che la fiera fa capo per due terzi capo alla Fondazione del Tessile Italiano, che presiedo da tantissimi anni, è una realtà che conoscevo già molto bene, facendo anche parte del comitato di presidenza. Una novità, insomma, ma di cui conosco i meccanismi”.
Ha raccontato poi Canclini: “Cerchiamo stagione dopo stagione di avere il maggior numero di aziende qualificate, senza cadere in una corsa agli spazi, che non è certo il nostro obiettivo. Vendere gli stand non è il nostro business, ma facciamo delle scelte di qualità attraverso una rigorosa selezione, cercando di coinvolgere sempre di più player che coprano tutti i segmenti del settore tessile e accessori per la moda. L’ultimo ingresso, in questo senso, è stato il segmento orientato allo sportswear. I tessuti tecnici per l’abbigliamento hanno ormai preso piede, dunque molte aziende si sono affacciate alla nostra fiera, molte di queste rappresentate da MarediModa, che ha collaborato con noi in questa edizione”.
Il target delle aziende protagoniste di Milano Unica resta medio-alto, ma il requisito fondamentale è che siano “aziende qualificate che producano in Europa”, sottolinea Canclini, “possibilmente con focus sulla sostenibilità e sulla circolarità”. Queste le direttrici di questa edizione e di quella a venire, con l’obiettivo di “presidiare questa leadership nel mondo del tessile restando focalizzati sul nostro core business: la qualità”.
Guardando all’andamento del comparto nel 2024, Canclini riflette: “Fare previsioni è difficile. L’unica cosa che possiamo fare, intanto, è continuare a lavorare sull’eccellenza del nostro prodotto, anche dal punto di vista stilistico, per differenziarci dalla concorrenza straniera, sempre molto aggressiva. Se ci sarà un rimbalzo nella seconda metà dell’anno, è molto complesso dirlo al momento. Necessario avere fiducia nel processo di costante miglioramento del settore, confidando nel fatto che questo porterà inevitabilmente a dei risultati tangibili”.
Centrale, in questo processo, il tema della sostenibilità. “Sarà questa la discriminante ormai, in termini di tracciabilità e misurabilità dell’impatto ambientale. E poi, quando prenderanno forma in modo organico il regime Epr in Europa, anche la circolarità, grazie a leggi e misure ad hoc, oltre che misura orientate al riciclo virtuoso. Senza il sostegno istituzionale, dato anche la congiuntura così complessa, per le aziende non è ancora fattibile”. Mentre riguardo alla digitalizzazione, Canclini si mostra più cauto: “È certamente importante, ma noto che alla fine nessuno riesce a rinunciare alla dimensione fisica di questo settore”.
Centrale, poi, la questione della formazione e del reclutamento delle nuove risorse, a fronte di un allarme manodopera che da tempo assilla il tessile e tutte le industrie manifatturiere: “Il nostro obiettivo dev’essere quello di rendere quanto più attrattivo possibile anche il monte della filiera, che può essere non meno glamour della confezione, anche grazie all’introduzione di nuove tecnologie che richiedono figure sempre più formate e specializzate”.