Colombo Industrie Tessili torna tra gli espositori di Milano Unica 39, portando alla fiera tessile la collezione estiva 2026 di Its Artea. Come di consueto, la proposta della linea destinata all’outerwear viene presentata in uno stand pensato per colpire il visitatore, a cui verrà offerta un’esperienza di fruizione immersiva con proiezioni a grandezza naturale dei tessuti dell’azienda storica comasca, applicati in modo tridimensionale a un capo fondante dell’outerwear: il piumino.
“Abbiamo deciso di partecipare alla fiera con questa divisione – ha raccontato a Pambianconews il presidente Stefano Colombo – perché ha una trasversalità e una specializzazione che ci permettono di parlare a tutte le fasce di mercato, non solo a quella luxury”. Non si tratta, ad ogni modo, dell’unico marchio che confluisce in Colombo Industrie Tessili, di cui fanno parte anche MarioBoselle Jersey, Progetto 62 e ora la divisone Unlimited, ancora in fase di rodaggio e pensata per “ridefinire l’abbigliamento di lusso attraverso l’intreccio di filati artigianali prodotti internamente”.
Ha spiegato meglio Colombo: “Abbiamo iniziato a lavorarci con l’avvio del 2024 e sta ora muovendo i primi passi, per venire poi presentata con una capsule prossimamente. Nasce dall’intento di diventare ancora più trasversale sul fronte della tipologia di prodotto e devota alla personalizzazione”. Spiegando ancora: “L’idea è quella di progettare il prodotto non solo partendo dal tessuto ma addirittura dal filato, grazie alla collaborazione con una filatura partner. In questo modo andiamo ancora più a monte nella filiera, soddisfacendo le esigenze dei singoli clienti”. Un processo sinergico che non poggia solo sulle lavorazioni tipiche del distretto comasco, ha specificato il manager, ma anche di altri affini e complementari.
Intanto, Colombo Industrie Tessili si è lasciata alle spalle un 2023 con ricavi pari a 7,5 milioni di euro, contro i 9,2 milioni totalizzati nel 2022, con utile “in crescita” rispetto all’anno precedente. Un risultato che segna una contrazione imputabile a un’annata complessa e costellata di criticità per il mondo del tessile, ha ricordato Colombo: “È in atto una trasformazione nel settore tessile, che impone alle aziende di organizzarsi per passare da una logica improntata al volume a una che punti sulla qualità del lavoro. È necessario evolversi in questa direzione per fare sì di mantenere la salute delle aziende senza passare solo per una crescita indefinita dei fatturati, che non è più una strada percorribile, anche nell’ottica della sostenibilità”. Aggiugendo: “Centrale poi il ruolo della personalizzazione nei processi produttivi e la capacità di ricercare una clientela adeguata, oltre che un equilibrio economico allineato alle attuali dinamiche di mercato”.
Riguardo alla suddivsione tra Italia ed estero, Colombo Industrie Tessili mantiene il proprio equilibrio, con una quota pari al 48% del fatturato complessivo rappresentata dall’esportazione. In particolare, gioca un ruolo di primo piano il mercato francese (25%), seguito da Gran Bretagna (7%), Germania (6%) e Stati Uniti (5 per cento).
Guardando invece al 2024 ormai a metà corsa, le previsioni impongono cautela: “Notiamo delle differenze tra le varie divisioni, con alcune, come Its Artea, che hanno dimostrato più facilità sul fronte degli ordini. In generale, l’avere uno spettro così ampio all’interno del nostro parterre di divisioni è una caratteristica che ci premia e permette di essere più resilienti di altri”. All’orizzonte, un anno “di assestamento”, in cui “sarà necessario avere un po’ pazienza e seminare per il futuro”.