Miniconf investe nel retail. “Abbiamo inaugurato 11 store nei primi sei mesi del 2024 e ne apriremo altri sei entro la fine dell’anno, da Busto Arsizio fino alla Sicilia. Sarabanda e Ido sono presenti in 1.600 store wholesale in Itala (900 Ido, Sarabanda circa 700) e 600 all’estero, Ido vanta una rete di 50 boutique che diventeranno 58 entro la fine dell’anno.”, dichiara a Pambanconews Giovanni Basagni, fondatore e presidente dell’azienda aretina cui fanno capo i brand Ido, Sarabanda e Minibanda e che detiene le licenze per il kidswear di Ducati e Roy Roger’s.
Minconf ha chiuso il 2023 con una flessione di fatturato pari al 3,5% rispetto all’esercizio precedente, raggiungendo quota 68 milioni di euro: “Si tratta di un calo dovuto al rallentamento dei negozi all’ingrosso, quest’anno perderemo quattro milioni da questo canale ma recupereremo altrove. Il wholesale soffre molto e dallo scorso dicembre abbiamo messo in stand by la linea Dodipetto, label distribuita solo nel canale all’ingrosso”. Il 50% del turnover deriva dalla fascia 1-8 anni, seguita dal segmento 8-16 anni che vale il 30% e infine il newborn. Le collezioni bambina rappresentano il 55% del giro d’affari. Ido genera il 55% delle vendite, Sarabanda il 40% mentre le licenze coprono il restante 5 per cento. L’e-commerce non è una priorità vista l’ampia presenza nelle boutique italiane. L’estero vale il 15% del fatturato, i mercati principali sono Portogallo, Spagna, Grecia, Polonia e, sebbene in calo, la Russia. Il 45% de clienti oltre confine aprono negozi a insegna Sarabanda o Ido.
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Durante Pitti Bimbo 99, inaugurato oggi, l’azienda presenta le collezioni primavera/estate 2025: “Per noi la cerimonia ha ancora un peso rilevante nelle nostre vendite di stagione, per Sarabanda rappresenta il 40% del venduto, mentre nell’autunno/inverno la fanno da padroni maglieria e pantaloni, a causa delle condizioni climatiche imprevedibili la giubbotteria è lievemente calata. Il segmento cerimonia ha sicuramente avuto un rimbalzo importante nel 2022 perché dopo il Covid c’è stata un’impennata di ricevimenti, nel 2023 si è normalizzato e nel 2024 è cambiato il modo di fare cerimonia, le nostre clienti sono alla ricerca di indumenti indossabili anche dopo l’evento”, spiega Basagni.
Il manager ricorda che oggi lo shopping per bambini avviene prevalentemente nelle catene (50%) e nella grande distribuzione (30%), il dettagliante indipendente rappresenta poco più dell’11% seguito dall’e-commerce. Sono gli indipendenti, ovvero il pubblico di Pitti Bimbo, a soffrire maggiormente soprattutto dopo la pandemia. “Basti pensare che quest’anno in Fortezza ci sono 170 aziende, prima del Covid erano 520. Ciò rispecchia l’andamento dell’abbigliamento bambino in Italia e non solo. Ci sono colleghi che hanno abbandonato la fiera e non capisco perché dato che non ci sono eventi internazionali paragonabili a Pitti Bimbo”, racconta amareggiato Basagni, lamentando l’incapacità nostrana di fare sistema.
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Il 2023 è stato per Minconf anche l’anno del 50° anniversario, per festeggiare l’avvenimento l’azienda ha redatto il proprio bilancio di sostenibilità, in anticipo di due anni rispetto all’obbligo ministeriale. “Abbiamo seguito la direttiva e gli standard internazionali lavorando con l’Università Cattolica. Il documento rispecchia il nostro operato negli ultimi quattro anni in termini di sicurezza meccanica e chimica, stiamo portando avanti una logistica interna importante. Dallo scorso anno abbiamo messo in piedi quattro gruppi di lavoro composti da giovani talenti sotto i 35 anni assegnando quattro progetti specifici. Il primo consiste nel trasmettere i valori di Miniconf ai nuovi dipendenti e a tenerli vivi nei collaboratori storici, l’azienda include boomer e rappresentanti delle generazioni X, Y e Z. Ci teniamo a favorire lo scambio in termini verticali che portano con sé culture diverse con iniziative fisiche di contatto anche fuori dalle attività di lavoro, la massima ‘i giovani camminano più veloce ma l’anziano conosce la strada’, descrive bene la nostra filosofia’. C’è poi un gruppo dedicato all’integrazione tra le aree aziendali e un altro che sviluppa le modalità di avvicinamento al mondo dell’AI per implementare, a partire da ChatGpt, mansioni come la descrizione di collezioni e campagne, traduzioni, chat bot e analisi dati”, conclude il manager.