Nasce dalla fusione tra il sentimento artigianale e l’intelligenza digitale l’idea che alimenta la nuova collezione primavera/estate 2025 di Corneliani. Nella cornice di Palazzo Durini, sede storica di Corneliani a Milano, nel corso della appena trascorsa Milano fashion week, il luxury brand ha presentato una selezione di capi che plasmano uno scenario multi-esperienziale al confine fra savoir-faire e progresso, tra l’heritage del brand e un futuro sempre più tecnologico e positivo, non solo in termini di stile. Dopo aver archiviato un 2023 a quota 75 milioni di euro, con una crescita di oltre il 20%, il marchio ha infatti performato bene anche nei primi tre mesi del 2024 “con una crescita double digit molto buona, in linea con l’incremento dello scorso anno”, dichiara il CEO Giorgio Brandazza a Pambianconews.
“Sull’anno – prosegue l’AD – abbiamo registrato, come penso tutti, una crescita più rallentata già nelle campagne vendita invernali. Adesso vediamo come si evolverà la situazione dell’estivo. Ci sarà sicuramente una progressione ma non sarà ‘scoppiettante’ come quella del 2023 sul 2022. Il nostro obiettivo resta però il raggiungimento dei 100 milioni, che archivieremo tra il 2025 e il 2026”.
Nella corsa verso i 100 milioni di euro di ricavi un ‘assist’ importante lo giocherà la Cina sul piano retail, dove nel corso dell’anno Corneliani ha in programma l’apertura di tre nuovi punti vendita: “Abbiamo già aperto a Shenzhen e apriamo a Wuhan adesso, nel mese di giugno. Seguirà poi l’opening di Changchun a ottobre, la prima boutique diretta. Parallelamente, stiamo facendo scouting su diverse possibili altre location perché l’obiettivo è di arrivare ad avere una ventina di punti vendita di qualità, con un mix tra diretti e terzi”.
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Il secondo mercato sul quale punta il player italiano è invece quello degli Stati Uniti, dove – precisa Brandazza – “il progetto è ora focalizzato sugli independent, perché attualmente quello dei department store è il canale che fa più fatica e quindi il nostro obiettivo era di riprendere quote di mercato sui negozianti indipendenti. Un progetto che ci garantisce qualità dal punto di vista distributivo e che ci permette di portare nel mercato americano la nostra identità classica e il nostro lifestyle, con un accento tailoring importante”. A rendere significativo il mercato Usa è anche l’alta richiesta di una sartoria su misura, segmento fondamentale dove – prosegue il manager – “abbiamo fatto un lavoro particolare proprio dal punto di vista del servizio avendo a disposizione un team di persone, di sarti, che partono dall’Italia per andare incontro alle esigenze della nostra clientela, che è molto fidelizzata. Devo dire che all’estero la sartorialità e l’italianità sono elementi molto richiesti.”
Sempre dal punto di vista dei mercati, il brand si sta rinforzando anche in Medio Oriente: “Stiamo rilocando alcuni dei nostri negozi sia in Giordania che in Marocco, perché andremo ad ingrandirci, ma soprattutto apriremo in Arabia Saudita. Siamo abbastanza vicini anche ad assicurare una presenza a Dubai, dove siamo presenti nei department store ma non con dei monomarca”.
A Milano Moda Uomo Corneliani ha sperimentato con le tecnologie di ultima generazione: “Volevamo dare un taglio più moderno. Per questa stagione siamo andati a lavorare con delle nuove tecnologie, sfruttandole quindi a favore di un’azienda di moda. Tra intelligenza artificiale e ologrammi abbiamo portato una sfilata virtuale. Ci piaceva l’idea che due diverse realtà, una più artificiale e fredda ed una più ‘vera’ e umana, si incrociassero”, spiega Stefano Gaudioso Tramonte, style director e general merchandising manager di Corneliani. Al centro della presentazione, una proposta di capi che – prosegue Tramonte – “prende ispirazione dai fishermen del nord Europa di inizio ‘900 e che valorizza molto le proporzioni, dove abbiamo giocato sia in verticale che in orizzontale”.