Tra il 5 e il 6 giugno sono stati 2.037 i visitatori che si sono riuniti presso gli spazi di Superstudio Più in occasione di Denim Première Vision, salone semestrale dedicato all’universo del denim, del suo mercato e della sua cultura. Un dato di affluenza che segna una leggera contrazione rispetto alla precedente edizione di novembre 2023, che aveva contato 2.322 buyer, ma caratterizzata dal patrocinio del Comune di Milano e dall’apporto istituzionale di Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro per il capoluogo lombardo, e François Bonet, console generale di Francia a Milano, oltre che “dalla qualità dell’offerta e dei visitatori”, sottolinea la kermesse.
Presenti alla fiera circa 90 espositori (di cui una ventina presenti per la prima volta in fiera), provenienti da 19 Paesi. Quanto alle tipologie di aziende, il 62% degli espositori sono filatori e tessitori di denim, il 26% sono confezionisti ed esperti del finissaggio, il 7% fabbricanti di accessori e componenti mentre il restante 5% è rappresentato da aziende specializzate in servizi di promozione e tecnologie. Accanto alle loro proposte autunno/inverno 2025-2026, un ampio programma di conferenze animato da esperti del settore, seminari dedicati alle tendenze denim per l’A/I 25-26 e momenti di networking tra i professionisti del comparto. Al centro, i talenti emergenti, come ha raccontato Fabio Adami Dalla Val, Denim Première Vision show manager: “All’interno del nostro Fashion District, giunto alla quinta edizione, diamo spazio a giovani creativi e brand affermati. Si tratta di 12 realtà, tra cui Carrera e Roy Rogers, ed è significativo che anche brand così importanti e storici per la scena denim vogliano essere presenti”.
La fiera continua a porsi come un vero e proprio osservatorio sul mondo del denim, esplorandolo dalle tendenze ai mercati, con uno sguardo trasversale e capace di guardare anche anche al passato. Presente in fiera, infatti, il Museum of Denim of Elleti Group (M.O.D.E) che, grazie alla collaborazione sinergica di Sharabati, Nearchimica ed Elleti Group, ha portato tra gli espositori la sua collezione completa di capi iconici, considerata una delle collezioni private di denim più significative al mondo, qui interpretati attraverso una scenografia ad hoc.
A proposito del momento storico che il denim sta vivendo, spiega Adami Dalla Val: “È un momento complesso e difficile da leggere perché riguarda un settore composito, con tantissime anime che vivono congiunture diverse. Qui vediamo rappresentata una capacità produttiva di circa 700 milioni di metri che, se assumiamo come dato mondiale 2 milioni di metri all’anno, rappresenta un campione significativo, con gran parte della fascia medio-alta”.
Prosegue il manager: “Si tratta indubbiamente di un momento di generale sofferenza per le aziende manifatturiere, perché sta proseguendo il riverbero delle criticità iniziate nel 2021-2022, tra poca visibilità e aumento dei prezzi sull’onda dell’inflazione, con conseguenti magazzini pieni di invenduto. Un pattern simile a quello della palletteria, con ovviamente le dovute eccezioni, da ricercarsi nella fascia più alta e in coloro che, per esempio, lavorano molto con gli Stati Uniti, area in ripartenza”.
Il rilancio appare ancora lontano, legato alla ripartenza dei consumi ma anche alla desiderabilità, in parte da ricostruire, per il denim: “Il denim è diventato sempre più una commodity, e in quanto tale viene meno l’esigenza di averne in quantità superflue. È calata, inoltre, la capacità di fare prodotto, con un denim sempre più standardizzato, ma si vede già una spinta di rinnovamento e di investimento sul design”.
Denim Première Vision, dopo l’edizione dello scorso novembre e di giugno, consolida la propria presenza a Milano e dà appuntamento al prossimo dicembre, nei giorni tra il 4 e il 5 del mese.