Tra gli stand di Pitti Uomo 106 c’è, a sorpresa, Missoni. La maison italiana ha scelto per la prima volta la Fortezza da Basso per presentare la sua collezione maschile e Livio Proli, CEO di Missoni da quattro anni, sta lavorando a un riposizionamento del marchio la cui proprietà è nelle mani della famiglia fondatrice, con una partecipazione del 41,2% di Fsi – Fondo Strategico Italiano. Il manager ha spiegato a PambiancoTV le strategie intraprese per fortificare la brand awareness e incrementare la distribuzione.
Perché Missoni ha scelto di entrare tra gli espositori di Pitti Uomo?
Abbiamo deciso di venire a Firenze perché rilanciare il marchio Missoni Uomo è molto importante, siamo in una fase della nostra vita aziendale nella quale abbiamo deciso di investire anche nel menswear creando una divisione specifica all’interno del nostro gruppo di lavoro. Convinti del fatto che questa collezione comincia a suonare come ci piace, abbiamo ritenuto Pitti Uomo la vetrina migliore per poter spiegare cosa stiamo e vorremmo fare.
Quanto incide la collezione uomo sul fatturato di Missoni?
Al momento molto poco, circa il 10% ma, guardando il bicchiere mezzo pieno, vuol dire che abbiamo una grandissima opportunità di crescita, motivo per il quale stiamo investendo all’interno dell’organizzazione per dedicare energie specifiche anche alla crescita del menswear.
Come si è chiuso il 2023 di Missoni e quali sono le prospettive per il 2024?
Il 2023 è stato un anno record, abbiamo chiuso con 126 milioni di ricavi netti, il doppio rispetto al 2018 (+10% sul 2022, ndr). Raccontarlo tenendo conto del Covid, del post-Covid, dell’inflazione e delle guerre scoppiate in questi anni è importante, ci piace anche affermare che siamo cresciuti in qualità, non solo in quantità. Dal punto di vista della marginalità per il secondo anno consecutivo abbiamo migliorato l’ebitda. Fino a fine maggio, i ricavi netti del 2024 sono stati pari allo scorso anno, quindi molto bene visto che il mercato all’esterno è tanto difficile. Performare nel 2024 come l’esercizio precedente per noi è un grande risultato. A tendere non so se saremo capaci di reggere questo tipo di performance ma siamo abbastanza fiduciosi di poter arrivare a dicembre con ricavi netti single digit positivi rispetti all’anno scorso.
Quali sono i mercati che danno maggiori soddisfazioni e quelli in cui investirete di più?
Le aree dove lavoriamo meglio sono quelle in cui la brand awareness è più alta quindi il mercato americano, quello europeo e in questo momento c’è un booming notevole in Middle East dove abbiamo una partnership con Al Tayer (luxury fashion retailer, ndr) e nel giro di un anno e mezzo abbiamo fatto registrato un forte incremento del brand. Più in salita la situazione nel mondo Apac perché abbiamo contratti di distribuzione con partner che stanno completando il loro ciclo, siamo in una fase di cambiamento, in quelle aree svilupperemo una crescita nei prossimi anni. Negli ultimi 3-4 anni in seguito al rilancio del brand abbiamo investito un po’ dappertutto, i prossimi 3 anni ci focalizzeremo su alcune aree specifiche e l’America sarà in pole position perché lì il marchio ha una notorietà e un appeal molto alto.
Sono previste aperture retail importanti?
Stiamo fortunatamente beneficiando di un appeal forte sugli investitori. Stiamo aprendo dei franchisee monomarca, avremo tante piccole boutique Missoni che stiamo aprendo e apriremo nei prossimi 24 mesi. Ne abbiamo appena aperte tre in Grecia, l’altra sera abbiamo inaugurato a Puerto Banus in Spagna, abbiamo 2-3 progetti in Europa e America con partner ansiosi di collaborare con noi. Dal punto di vista degli investimenti del gruppo stiamo valutando sulla base di un piano triennale approvato lo scorso ottobre che prevede una piccola crescita in Europa e America su location che stiamo negoziando. Per rendere l’investimento sostenibile la barriera di ingresso deve essere corretta, meglio evitare location bellissime con affitti altissimi perché non si riuscirebbe a sostenere quel tipo di apertura, il che vuol dire negoziare per poi aprire con la consapevolezza che il negozio sarà profittevole.