Elisabetta Franchi si pronuncia sulla sentenza emessa dal Tribunale del lavoro di Busto Arsizio per via delle frasi incriminate pronunciate due anni fa e giudicate di “carattere discriminatorio”. “Assumo solo donne over 40”: si era espressa così l’imprenditrice bolognese durante l’evento ‘Donne e Moda’ del 4 maggio 2022 e per questo è stata condannata, tra le altre cose, a risarcire con 5mila euro l’Associazione nazionale lotta alle discriminazioni.
Franchi comunica oggi di avere “preso atto della sentenza”, di cui “attende di conoscere le motivazioni”, che saranno depositate entro sessanta giorni, per poter presentare ricorso in appello. La dichiarazione oggetto della sentenza, si legge nella nota diramata dalla sua società Betty Blue, era volta a “evidenziare le problematiche legate all’occupazione femminile, in particolare per quanto riguarda le posizioni di vertice nelle aziende di moda, tema specifico sul quale Elisabetta Franchi era stata chiamata a testimoniare”.
L’azienda ribadisce, quindi, che “le sue prassi e le sue politiche aziendali, sia in fase di selezione e assunzione, sia nella progressione di carriera, confermano l’assenza di qualsivoglia intento o pratica discriminatoria. L’azienda è fermamente impegnata nella promozione della parità di genere e nel sostegno alle donne in tutti i livelli professionali”.
Aggiungendo la presenza in azienda di un welfare aziendale a favore di tutti i dipendenti che prevede: sportello di ascolto psicologo, corsi di formazione, flessibilità oraria, possibilità di prelevare il TFR in anticipo, smart working, incontri con professionisti sulle analisi del clima aziendale, oltre a 500 euro da poter spendere in buoni spesa o servizi.
Betty Blue specifica, inoltre, di essere “a tutti gli effetti un’impresa al femminile”, con l’78% dell’organico complessivo costituito da donne. In particolare, si legge, al momento della dichiarazione contestata, le donne nei ruoli dirigenziali dell’azienda erano il 66%; il 51% delle donne presenti in azienda hanno meno di 40 anni e nei ruoli di responsabilità (I° livelli, II° livelli e quadri), la presenza femminile è ed è stata ampiamente maggioritaria, superando il 70%, con assunzioni avvenute ben prima dei quarant’anni e successive progressioni di carriera.