Stefano Ricci approda in Cambogia. Il luxury brand italiano fondato nel 1972 dall’omonimo designer fiorentino ha scelto di ambientare la nuova campagna SR Explorer per la collezione primavera/estate 2025 tra i vasti paesaggi naturali del Paese asiatico. Dall’alba di Beng Mealea al tempio di Preah Khan fino alla sacralità delle danzatrici Apsara nel buio della notte. Dietro l’obbiettivo un vero e proprio mito della fotografia: Steve McCurry. “Aver lavorato con lui nei templi Khmer, nella giungla e sulle acque che confluiscono nel Mekong rappresenta molto più di un’esperienza, è un capitolo principale della vita. Un viaggio fatto di emozioni, richiami ad un heritage intramontabile, alla scoperta della cultura Khmer che risale al medioevo e continua a parlarci attraverso le sue architetture, sculture e quello straordinario mondo caratterizzato dalla natura che sta riconquistando le pietre antiche”, afferma in una nota il direttore creativo della maison Filippo Ricci. “La collezione è ispirata dallo spirito dell’esplorazione, con colori che vanno dai toni naturali della terra, ai verdi della foresta ai grigi dei templi di Angkor e i blu colore del cielo cambogiano che si riflette nel Mekong. I look Explorer sono realizzati in fibre naturali, come il cotone e i misti cotone-lino, mentre i capi più tecnici permettono al corpo di adattarsi alle condizioni climatiche più estreme”, continua lo stilista.
“Ricordo il mio primo viaggio in Cambogia alla fine degli anni ’80, il complesso dei templi di Angkor era completamente deserto tranne pochi abitanti del villaggio locale, è stato come tornare indietro nel tempo – dichiara McCarry -. Con il team di Stefano Ricci ho avuto l’opportunità di rivivere questi ricordi e lavorare in completa tranquillità grazie all’accesso riservato, circondato dai volti pacifici del magnifico tempio di Bayon, un luogo che evoca un grande senso di serenità e compassione. Il team di Stefano Ricci è stato straordinario e ha saputo orientarsi nella complessa produzione”.
Stefano Ricci ha chiuso il 2023 a quota 215 milioni di euro, in crescita del 43% rispetto all’esercizio precedente. Il brand ha inoltre concluso l’acquisizione di due società aretine, Petrarca Confezioni e Pantalonificio Chimera, con in dote un centinaio di lavoratori specializzati nel confezionamento di pantaloni e capospalla, che portano così a 800 il numero di dipendenti del gruppo, divisi tra la produzione rigorosamente italiana e la rete retail internazionale.
Nel breve periodo è prevista l’entrata in funzione del nuovo stabilimento di logistica, 4mila metri quadrati nell’area di Peretola, e il conseguente trasferimento della sartoria dalla sede originaria di Firenze al complesso di Fiesole per un miglior efficientamento del ciclo produttivo.
“Archiviato il record storico di vendite – dichiara in una nota Niccolò Ricci, CEO di Stefano Ricci – abbiamo deciso di consolidare questa crescita con una visione strategica a 360 gradi sull’intero segmento luxury ifestyle, che ha registrato, nel primo trimestre appena concluso, un ulteriore progresso del 10% al netto di una situazione geopolitica particolarmente complessa. Continuiamo, cioè, a investire, come dimostrano le nuove acquisizioni per una produzione di qualità assoluta, e confermiamo il piano delle prossime aperture che riguarda Hong Kong Ritz Carlton, Ho Chi Minh City e Houston”.
“Quando nel 2009 ci siamo trasferiti da Firenze all’area industriale di Fiesole, le esigenze di produzione erano di 3mila metri quadrati. Lo scorso anno non erano più sufficienti gli oltre 9mila metri quadrati raggiunti in due lustri, che includono cravatteria, camiceria, pelletteria, argenteria e gioielleria, alle quali va ora ad unirsi l’importante segmento di pura sartoria”, conclude il manager.
Il brand conferma anche il proprio impegno al fianco di istituzioni internazionali nei Paesi dove vengono realizzate le campagne d’immagine e comunicazione, in occasione di SR Explorer mission Cambodia il brand fiorentino ha selezionato un programma dedicato siglando un accordo con Wild Earth Allies. ll progetto il prevede il reinserimento degli elefanti asiatici nel loro habitat naturale, la formazione del personale dedicato al monitoraggio di questi esemplari e la riforestazione di aree degradate piantando 5mila alberi.