La tracciabilità ai fini della sostenibilità come un business necessario e come sfida per un futuro migliore. È stato questo il punto di partenza di Temera, azienda leader in soluzioni IoT per la digitalizzazione di prodotti moda e lusso e partner di alcuni dei principali attori del mercato – dai colossi francesi Lvmh e Kering a big italiani come Otb, Moncler, Prada Group, Ferragamo, Valentino e Brunello Cucinelli. Un percorso, iniziato nel 2009, che ha sempre messo la tracciabilità del prodotto in primo piano: partendo dall’approvvigionamento delle materie prime fino al miglioramento dell’esperienza del cliente, Temera è stata costantemente in grado di offrire nuove opportunità ai propri partner garantendo una catena di fornitura certificata e trasparente.
Un importante passo in avanti se confrontato con il passato, quando il concetto di tracciabilità veniva principalmente associato all’ottimizzazione dei processi di produzione, logistica e vendita al dettaglio, o semplicemente alla gestione di fenomeni come il mercato grigio e la contraffazione. Nel settore del lusso, il salto è avvenuto però secondo un’ottica di ottimizzazione: le imprese, spinte anche da normative sulla sostenibilità più stringenti e puntuali, hanno iniziato a capire come una filiera tracciata e trasparante garantisca la possibilità di migliorare la propria brand reputation, il valore del marchio, costruendo parallelamente il successo dell’azienda nel lungo termine.
In questo contesto, grazie al suo know-how, Temera offre ai marchi le competenze, le tecnologie e le piattaforme necessarie per raccogliere informazioni essenziali durante tutto il ciclo di vita del prodotto. A differenza delle soluzioni focalizzate esclusivamente sulla sostenibilità, le capacità di Temera si estendono alla tracciabilità completa lungo tutta la catena di fornitura.
Per i player del fashion&luxury, un settore che ha ancora ampi margini di miglioramento rispetto a temi eco-green, i vantaggi possono essere molteplici: ‘sposare’ un approccio sostenibile, in ottica di tracciabilità del prodotto, significa anche sfruttare nuove opportunità di mercato e soprattutto creare un legame diretto con il cliente finale, ormai sempre più allineato a dei valori ‘sostenibili’. E nonostante all’inizio le spese da sostenere per l’implementazione di pratiche sostenibili possano risultare alte, i benefici che ne trarranno i brand saranno altrettanto importanti, anche secondo una visione di upcycling. Basti pensare ad esempio che l’intero processo di tracciamento comporta un’ottimizzazione delle risorse, e quindi una diminuzione degli sprechi, che permetterà quindi di risparmiare nel tempo sui costi. A questo si affianca il bisogno di essere ‘circolari’: essere capaci di sfruttare un alto numeri di informazioni provenienti dal prodotto, che sia questo appena realizzato o ampiamente utilizzato, consente il riutilizzo di alcune componenti del capo e di regalare quindi al prodotto un nuovo ciclo di vita.