Luciano Benetton ha annunciato il suo addio alla presidenza del Gruppo Benetton, da lui fondato nel 1965 insieme ai fratelli Gilberto e Carlo e alla sorella Giuliana. Sabato scorso il manager ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera per motivare la sua decisione: “Qualche mese fa ho capito che c’era qualche cosa che non andava. Che la fotografia del gruppo che ci ripetevano nei consigli di amministrazione i vertici manageriali non era reale”.
Benetton racconta che alla fine dello scorso anno il management ha presentato un buco di bilancio pari a circa 100 milioni di euro. Il founder ricorda di aver lasciato l’azienda nel 2012 con un fatturato di due miliardi e in utile. Dopo una forte insistenza da parte del fratello Gilberto decide di rientrare nel 2018, poco prima della sua scomparsa. “Edizione (holding finanziaria della famiglia Benetton cui fa capo il Gruppo, ndr) non era riuscita a trovare una compagine manageriale di qualità. La società perdeva parecchio. Appena rientrato cerco di risolvere gli errori più evidenti, verso la fine del 2019 mi suggeriscono una candidatura per il ruolo di amministratore delegato”. Benetton dichiara di essersi sentito “tradito” e di aver sbagliato a fidarsi del management guidato Massimo Renon, da quattro AD del Gruppo. “O sono impreparati al punto da non saper comprendere i fondamentali dell’azienda, quindi in buona fede ma gravemente inadeguati agli incarichi che hanno ricoperto, oppure hanno deciso volontariamente di tenere nascosta la realtà dei fatti quindi omettendo informazioni preziose, fino al punto in cui non hanno più potuto nascondere la verità. Ci sarà un’investigazione a riguardo”.
Il Corriere riporta che Renon non commenta le dichiarazioni annunciando però una “risposta strutturata” con i suoi legali. Nel curriculum del manager spiccano esperienze in diversi player dell’eyewear: Luxottica, Safilo, Kering Eyewear e Marcolin. Benetton non ha parole lusinghiere per il manager, ricorda che a causa del Covid il piano triennale per il pareggio era stato spostato al 2023 e l’obiettivo era risultato accettabile. “Infatti nei vari consigli i numeri continuano a dare la fotografia di un pareggio possibile. Solo il 23 settembre del 2023 viene accennato a qualche problema ma in modo tenue. E sembrava tutto sotto controllo. Mentre riceviamo in consiglio questi primi segnali, dati in modo assolutamente non preoccupato da parte loro, mi accorgo che i numeri non mi tornano e che il problema va ben oltre a quanto hanno dichiarato a settembre”.
Nel 2012 il Gruppo aveva lasciato la Borsa dopo 26 anni con una capitalizzazione già erosa ai minimi dagli anni ‘90 e utili sotto pressione dal 2008. Nel 2022 l’azienda aveva chiuso ancora in perdita di 81 milioni di euro e anche nel 2021 il rosso di bilancio era stato di oltre cento milioni. “Nei conti del 2023 è emersa una perdita significativa rispetto alle previsioni di circa 230 milioni”, hanno fatto sapere all’Ansa voci vicine all’azienda il cui cda per approvare il bilancio dell’anno è previsto domani.
Fonti vicine all’azienda trevigiana fanno sapere che i 100 milioni rappresentano una perdita emersa rispetto alle previsioni del piano triennale presentate dall’attuale management. Il Gruppo, e a cui fanno capo i brand United Colors of Benetton e Sisley, vale attualmente meno dell’1% del giro d’affari di Edizione.
La stampa veneta riporta che la holding ha sempre supportato il Gruppo sostenendolo con 350 milioni di euro solo negli ultimi tre anni, e continuerà a farlo. Edizione è pronta a investire nel tempo altri 260 milioni. La svolta arriverà a partire dal prossimo 18 giugno, in concomitanza con l’assemblea dei soci di Benetton Group, a seguito della quale l’azionista Edizione nominerà un nuovo amministratore delegato al posto di Renon, insediatosi nel 2020. Sembra che la figura sia già stata individuata, proviene dal mondo della finanza e dell’industria e starebbe già lavorando al piano di rilancio.