Resta drammatica la crisi del distretto fiorentino. All’Acme di Calenzano, nel cuore dell’area così strategica per la concia tricolore, è infatti appena stata aperta la procedura di licenziamento che interesserà tutti i 14 dipendenti.
L’azienda fa parte del gruppo Florence Luxury Leather (Fll) di Scandicci, realtà che conta circa cento dipendenti e fornisce servizi integrati per la moda e la pelletteria di lusso. Acme, in particolare, è specializzata nella produzione di componenti metallici per l’industria della moda, comparto anch’esso in crisi come gli altri rappresentati nel distretto toscano, in primo luogo la pelletteria. Unico committente di Fll è il gruppo Richemont, la holding svizzera del lusso a cui fanno capo, tra gli altri nomi, Cartier e Montblanc.
Come riportato dalla stampa locale, la procedura sarà al centro del tavolo convocato dall’Unità di crisi della regione Toscana per lunedì prossimo, 27 maggio. All’incontro saranno presenti, oltre al consigliere del presidente per il lavoro e alla struttura dell’unità di crisi regionale, le organizzazioni sindacali (Fim e Uilm), l’azienda e il sindaco di Calenzano.
I sindacati hanno indetto per la giornata di ieri uno sciopero che si è tenuto davanti ai cancelli della fabbrica Acme e che ha raccolto anche altri lavoratori e lavoratrici del settore dell’accessorio metallico per la moda. “L’azienda ha motivato questa scelta con il calo degli ordinativi e la più generale flessione del settore ma non prevede la contigua cessazione dell’attività”, hanno affermato i sindacati, si legge ancora sulla stampa locale. “Negli ultimi mesi ha fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e si sono dimessi circa la metà dei lavoratori, alcuni dei quali dopo poco tempo assunti in Griba, altra società del gruppo Fll che realizza accessori metallici”.
Agli occhi dei sindacati la scelta del licenziamento di massa è “inaccattabile: occorre trovare altre modalità per fronteggiare le difficoltà, come ad esempio il trasferimento dei lavoratori in altre società del gruppo”. Chiesto a gran voce, dunque, il ritiro immediato della procedura e un confronto, che troverà appunto posto sul tavolo dell’Unità di crisi, finalizzato a trovare una “gestione diversa e responsabile della crisi del settore, che non può essere scaricata sui lavoratori”.
Intanto, sul fronte conciario, è stato approvato il via libera per sostenere e rilanciare il settore. È stato, infatti, approvato dal Consiglio regionale (con 27 voti favorevoli), si legge su La Conceria e la stampa locale, l’atto che impegna la Giunta e il presidente ad attivarsi nei confronti del Governo affinché vengano individuati strumenti e misure in grado di sostenere l’intera filiera. L’orizzonte è il 2025, in attesa del quale l’obiettivo è quello di assicurare al distretto provvedimenti in grado di traghettarlo fino alla ripartenza del comparto. In prima linea c’è l’impegno di costituire un Tavolo regionale sulla crisi del settore moda, convocato per la sua prima riunione il 29 maggio.