Non sembrano appianarsi le difficoltà finanziarie di Macy’s. Nei primi tre mesi del 2024 il noto department store statunitense, che oltre all’omonima insegna ingloba anche Bloomingdale’s e Bluemercury, ha registrato vendite nette pari a 4,85 miliardi di dollari (circa 4,47 miliardi di euro al cambio attuale), in calo del 2,7 per cento rispetto al primo trimestre dello scorso anno. A segnare negativo è però soprattuto l’utile netto, più che dimezzato e sceso a quota 62 milioni di dollari a fronte dei 155 registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. In decrescita anche il margine lordo, calato al 39,2% rispetto al 40,0% del Q1 2023.
A pesare sui conti del gruppo americano, sempre più vicino alla cessione, è proprio il marchio Macy’s, le cui vendite hanno segnato un – 1,6%, mentre quelle di Bloomingdale’s e di Bluemercury sono corrispettivamente aumentate del 0,8% e del 4,3 per cento.
Nonostante la performance negativa, le prospettive del management del gruppo a stelle e strisce rimango comunque positive: “Siamo incoraggiati dalla risposta dei nostri clienti alla nostra strategia ‘Bold New Chapter’, che ha portato a vendite vicine alla fascia alta delle nostre prospettive. I nostri team hanno operato con disciplina ed efficienza, il che ha contribuito a guadagni del primo trimestre che hanno superato le nostre aspettative – ha commentato nel report Tony Spring, presidente e AD di Macy’s -. Per quanto riguarda Macy’s come brand, la performance aziendale è stata guidata dalle nostre ‘First 50’ location (i 50 store su cui punta il gruppo dopo il ridimensionamento, ndr) che hanno raggiunto una crescita delle vendite comparabile anno dopo anno e sono un indicatore importante per la nostra flotta in crescita”.
“Nonostante sia presto per dirlo – conclude il manager -, i nostri investimenti nel prodotto, nella presentazione e nell’esperienza stanno guadagnando terreno e rafforzano la nostra convinzione che, a lungo termine, Macy’s possa tornare a una crescita sostenibile e redditizia”. Nel rispetto di quanto comunicato il department store ha deciso di non tagliare l’outlook, ma al contrario ha lievemente alzato le stime, prevedendo ora di raggiungere nei 12 mesi vendite comprese tra 22,3 e 22,9 miliardi. In precedenza, la previsione era di una somma compresa tra 22,2 e i 22,9 miliardi.
Parallelamente però la catena di grandi magazzini aveva fatto notizia anche per la decisione di chiudere 150 negozi nel giro dei prossimi tre anni. Un ridimensionamento che li porterà ad avere circa 350 punti vendita, poco più della metà del numero che aveva prima della pandemia.