Lo streetwear di Supreme potrebbe già essere con un piede fuori dalla porta. Secondo fonti di stampa estera, la proprietaria Vf Corporation starebbe valutando di cedere il noto marchio newyorkese nell’ambito di una revisione del proprio portfolio, che include brand quali Vans, The North Face, Timberland e Napapijri.
Nonostante il gruppo, che ha nominato lo scorso luglio Bracken Darrell nel ruolo di presidente e CEO, abbia deciso di non commentare i rumors finanziarsi, secondo quanto si legge su BoF sembrerebbe che la società stia già dialogando con Goldman Sachs. A rendere plausibile l’operazione sarebbe anche l’andamento altalenante che ha avuto il brand dopo l’acquisizione a novembre 2020. Un maxi deal che aveva visto il player di Denver mettere sul piatto ben 2,1 miliardi di dollari (al cambio di oggi circa 1,9 miliardi di euro) nel pieno della crisi pandemica. Un periodo durante il quale Supreme, grazie alla tantissime collaborazioni e incursioni nel mondo del lusso, aveva raggiunto il suo apice, staccandosi da un mercato di nicchia e al contempo, secondo molti fan del marchio, snaturando il suo dna.
Già verso la fine dello scorso anno l’etichetta era finita al centro dell’interesse degli analisti di Wall Street, con oneri di svalutazione da 313 milioni e 735 milioni di dollari rispettivamente nel quarto trimestre e nel fiscal year. A non favorire l’immagine del marchio è sicuramente stato anche l’addio del direttore creativo Tremaine Emory, che a distanza di 18 mesi dalla nomina aveva deciso di lasciare il brand a causa di un “razzismo sistemico”. Emory era stato il primo a ricoprire il ruolo di direttore creativo dopo James Jebbia, founder tuttora alla guida della label.
Nel 2023 il gruppo a stelle e strisce ha registrato una flessione del 2% a quota 11,6 miliardi di dollari di ricavi. Una performance in linea con i risultati del quarto trimestre, che aveva archiviato gli ultimi tre mesi dell’anno con vendite da 2,7 miliardi di dollari, in calo del 3 per cento.