La Cina potrebbe far rallentare le vendite del lusso nel primo quarter. La stagione dei Q1 delle maison è alle porte: sarà Lvmh ad aprire le danze il 16 aprile, seguito da Kering, Prada, Hermès e ancora, in seguito, Burberry e Richemont. Quello delineato dagli investitori è uno scenario in cui l’Ex Celeste Impero patisce il confronto poco lusinghiero con lo scorso anno, si legge su Reuters, quando la definitiva rimozione delle limitazioni pandemiche aveva dato un boost non trascurabile ai consumi del Paese. La domanda cinese, attualmente, non godrebbe di un momento dorato, con ripercussioni sui bilanci dei grandi nomi di moda e lusso.
Un primo segnale è arrivato dal numero due del lusso mondiale Kering, che lo scorso mese ha lanciato un profit warning preannunciando un fatturato in calo del 10% nel primo trimestre del fiscal year. Una flessione al di sopra del -3% precedentemente stimato dagli analisti e che il colosso attribuisce proprio al crollo delle vendite nella regione dell’Asia-Pacifico, oltre che alla performance ancora una volta poco brillante del suo marchio ammiraglio Gucci.
“Siamo nel mezzo di una crisi duratura e non sappiamo come si evolverà”, ha affermato, si legge ancora sull’agenzia di stampa, Olivier Abtan, consulente di AlixPartners. “Tutti i motori della crescita sono stati spenti per diversi trimestri”, ha proseguito, tratteggiando i contorni di una vera e propria crisi.
Intanto, anche i turisti cinesi a Hong Kong, Macao e Singapore non sembrano particolarmente propensi a grandi spese e consumi, secondo gli analisti di Hsbc.
Le previsioni appaiono in linea con quelle delineate dall’ultimo ‘China Luxury Report’ report redatto da Bain & Company, che ha salutato il 2024 come un anno di crescita contenuta per il lusso cinese. Si tratterebbe, nello specifico, di un avanzamento mid-single digit, secondo cui nel 2023 il luxury market era progredito nel Paese del 12 per cento. Un tasso di crescita trainato da un primo semestre di forte slancio ma anche da un inevitabilmente premiante confronto con il 2022 ancora adombrato dalle conseguenze del Covid.