Kering prevede una diminuzione del 10% dei ricavi su base comparabile nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Il colosso francese ha pubblicato ieri una nota preliminare ai risultati del Q1 che saranno resi noti il prossimo 23 aprile.
“Questa performance – dichiara il gruppo della famiglia Pinault – riflette principalmente un calo più marcato delle vendite di Gucci, in particolare nella regione Asia-Pacifico. Si prevede che i ricavi comparabili di Gucci nel primo trimestre diminuiranno di quasi il 20% su base annua”.
I primi prodotti, prevalentemente ready to wear, frutto del nuovo corso stilistico affidato alla direzione creativa di Sabato De Sarno, sono arrivati in selezionati negozi monomarca da metà febbraio. La collezione ‘Ancora’, la cui disponibilità aumenterà gradualmente nei prossimi mesi, “sta incontrando un’accoglienza molto favorevole”.
“I ricavi riportati includeranno il contributo positivo del consolidamento di Creed su base trimestrale nonché un impatto negativo sui cambi. L’effetto combinato di questi due elementi è stimato tra il -1 e il -2 per cento”, conclude il documento.
Stamattina il titolo di Kering è in calo del 14%, bruciando più di 7 miliardi di capitalizzazione. Il profit warning incide anche su tutto il settore del lusso: Lvmh cede il 3,1%, Richemont il 3,7%, Dior il 4,1%; a Piazza Affari Moncler e Cucinelli sono in calo di oltre l’1 per cento.
Kering ha chiuso il 2023 con una flessione generalizzata delle vendite dei suoi marchi (fatta eccezione per l’eyewear). In particolare, il turnover dell’intero anno ha registrato una flessione del 4% (2% su basi comparabili) a 19,6 miliardi di euro. Nel solo quarto trimestre, la contrazione dei ricavi è stata del 6% a livello reported e del 4% su basi comparabili a 4,97 miliardi di euro. Le vendite dirette (incluso e-commerce) sono rimaste invariate, le vendite indirette (wholesale), pari al 22 % del totale vendite, sono diminuite dell’11 per cento. L’utile operativo ricorrente è sceso del 15% a 4,7 miliardi, l’utile operativo ricorrente è sceso del 15% a 4,7 miliardi per una marginalità sui ricavi calata a 24,3% dal 27,5% del 2022. L’utile netto ricorrente di gruppo è risultato in calo del 18% a 3,061 miliardi di euro.
Oltre a Gucci, il portafoglio dei marchi moda comprende anche Saint Laurent, Bottega Veneta, Alexander McQueen, Balenciaga e Brioni a cui si aggiungono Kering Eyewear, Kering Beauté e Ginori 1735. La sezione gioielli include Pomellato, Boucheron, Dodo e Qeelin.