Safilo chiude il 2023 con utili in calo. Nel corso dell’ultimo esercizio fiscale l’ebitda adjusted è sceso a quota 92 milioni di euro (-9,1%), attestandosi al al 9% del fatturato rispetto al 9,4% del 2022. Più netta la flessione dell’utile netto, in frenata del 76% a 14 milioni di euro contro i 58,3 milioni del 2022. Il fenomeno si deve secondo l’azienda “in particolare dalla rivalutazione, già emersa in semestrale, della passività per opzioni sulla partecipazione in Blenders, in virtù dell’estensione della seconda e terza tranche delle relative opzioni put e call”.
Positivo invece il free cash flow. A fine anno l’indicatore ammonta a 35,1 milioni (al lordo della spesa di 5,9 milioni per l’acquisto di un ulteriore 10% di Blenders) contro il rosso di 16,5 milioni del 2022. Si riduce di conseguenza l’indebitamento netto che si attesta a 82,7 milioni di euro contro i 113,4 milioni del 2022.
ll gruppo di eyewear ha chiuso l’anno con vendite nette in flessione del 2,3% nel 2023 a cambi costanti (-4,8% a cambi correnti) a quota 1.024,7 milioni di euro con un quarto trimestre in controtendenza a +2% (-2,4% a cambi correnti). Durante l’anno è cresciuta la percentuale delle vendite da attribuire ai marchi propri (dal 42% del 2022 al 44% del 2023).
“In un anno complesso come il 2023, nel quale alle nostre sfide dirette si sono sommate quelle di un contesto geopolitico e macroeconomico teso e instabile, è stato per noi particolarmente importante raggiungere un livello di ricavi molto vicino all’ottimo risultato di vendita registrato nel 2022, quando la crescita rispetto al 2019 pre-pandemia era stata del 12%”, ha commentato l’AD del gruppo, Angelo Trocchia. “Dal punto di vista economico – ha aggiunto – la nostra performance si è caratterizzata per il significativo miglioramento della
marginalità industriale lorda adjusted, vicina ai massimi storici del Gruppo, che abbiamo deciso di reinvestire in quei progetti strumentali alla crescita dell’azienda nel lungo periodo. Nonostante le pressioni inflazionistiche e una leva operativa sfavorevole, abbiamo dato pieno corso agli investimenti previsti nel nostro business plan, chiudendo l’anno con un margine ebitda adjusted non lontano dalla marginalità registrata nel 2022, la migliore degli ultimi sette anni. L’utile netto adjusted è risultato invece in contrazione soprattutto a causa della rivalutazione delle opzioni sulle quote di minoranza. Quello passato è stato soprattutto l’anno in cui il Gruppo è tornato a una generazione di cassa positiva, la prima dopo
molti anni”.