Ieri sera al Museo della Permanente è stata presentata una delle collezioni più attese della Milano fashion week. Adrian Appiolaza ha inaugurato la sua direzione creativa da Moschino con una sfilata che segna un netto cambiamento rispetto allo stile che il suo predecessore, l’americano Jeremy Scott, aveva tracciato negli ultimi dieci anni. Il défilé co-ed autunno/inverno 2024-25 è iniziato con il suono di una folata di vento, metafora di aria nuova nella maison di proprietà di Aeffe.
Appiolaza ha reso omaggio, spesso in maniera letterale, all’archivio del geniale Franco Moschino che fondò la casa di moda nel 1983. Un precursore dei tempi in grado di fare politica attraverso la moda, di esprimere le proprie idee e non solo il proprio stile, di criticare, con sarcasmo e ironia, il fashion system di cui pure faceva parte. Sono stati tanti i rimandi alla semantica della Golden Age del brand: i trompe l’oeil, il denimwear, i pois, le perle, le nuvole e lo smile su fondo giallo, antesignano delle emoticon oggi alla base della comunicazione digitale. Pur essendo argentino, Appaiolaza ha inserito forme, simboli e oggetti tipicamente italiani nel percorso narrativo della collezione. Dalle clutch a forma di michetta alle spille ‘Ciao’, fino al tricolore che si fa indumento e sporta di rete per la spesa al mercato. Tutti espedienti stilistici coerenti con il dna di Moschino, così come il trench, il completo sartoriale, la cravatta, il cowboy hat, la lingerie, le borse a forma di cuore e i punti interrogativi che – spiega la maison facendo riferimento a Franco Moschino – “sono gli emblemi di un’interrogazione insistente sul significato al centro di ogni lavoro che porta il suo nome. Il suo distintivo vocabolario della moda rappresenta l’identità di questa maison. Queste erano le sue ossessioni, ora diventano di Adrian Appiolaza”.
Le maxi stampe lettering che inneggiano all’amore e alla pace sono credibili perché rispecchiano un impegno sociale ben radicato nell’identità di Moschino, oltre che terribilmente attuale. “Le proporzioni sono totalmente reinventate, la realizzazione è reinterpretata, ma la loro energia rimane come in origine. L’archivio è affrontato non come un deposito di idee passate, ma come un elemento vivo, respirante. Franco non è un ricordo lontano, ma il suo spirito è presente tra di noi”, si legge nel comunicato stampa (distribuito agli ospiti in location piegato a forma di barchetta di carta).
La collezione zero del nuovo corso di Moschino guidato Adrian Appiolaza ha confermato il bisogno di una scossa autoriale in grado di trainare la maison verso il futuro, senza però dimenticare l’irriverenza, le provocazioni e l’allegria del passato.