Luci, ombre e desideri irrefrenabili. Sono questi gli elementi che cuciono e mettono insieme la sfilata couture primavera/estate 2024 di Maison Margiela Artisanal, in chiusura della settimana dell’Alta Moda parigina. A distanza di tre anni dall’ultima sfilata couture, il luxury brand di casa Otb sceglie un sottopassaggio della Senna (con una location allestita come le bettole dei film noir) e un grande maestro del cinema contemporaneo per mandare nuovamente ‘in scena’, sulle note di ‘Hometown Glory’ di Adele, le creazioni dell’eclettico direttore creativo John Galliano.
Ad aprire il défilé è infatti un corto firmato dal regista e sceneggiatore australiano Baz Luhrmann, che racconta, in una notte fumosa, una Parigi fatta di mala vita, di sobborghi e ballerini francesi, di rapine e spari. Una teatralità che Galliano raccoglie proponendo una stratificazione continua di abiti che vanno ad indagare, come spiega il marchio stesso in una nota, il rituale della vestizione, usando il corpo come tela in quello che è un tentativo di esprimere fisicamente la forma emotiva dell’uomo.
Ed è così infatti che i modelli, come fantocci mossi da fili invisibili, sembrano prendere vita passo dopo passo insieme agli abiti e gli accessori che indossano, tra vesti in pizzo e in latex, catturate da corsetti strettissimi, giacche e completi con cuciture a vista, maschere e calze strappate e soprabiti dai maxi volumi. Una collezione, precisa la casa di moda, “realizzata nell’arco di dodici mesi negli atelier di alta moda di Maison Margiela, che introduce diverse nuove tecniche sviluppate da John Galliano”.
Alla chiusura dello show (suggellato dall’apparizione in pedana dell’attrice Gwendoline Christie) l’immagine che più attecchisce è però quella della forza del racconto che si nasconde dietro la realizzazione di un capo di alta moda. Il segreto di un vestito fatto unicamente su misura. Una storia che il mercato, nutrito dai continui eccessi di produzione, tende troppo spesso a dimenticare in favore del continuo guadagno, e a cui Galliano (già decantato da molti degli addetti ai lavori come “il miglior Galliano dai tempi della sua direzione artistica da Dior“) regala invece la possibilità del sogno. Il sogno di chi quegli abiti li potrà presto certo avere nel suo guardaroba, ma soprattutto il sogno di chi, come i suoi modelli, pur non potendo permettersele, quelle creazioni continuerà a bramarle.
“Lo show di Maison Margiela che abbiamo visto ieri è la vera couture, con i valori più alti della tradizione dell’Ata Moda – ha dichiarato in una nota Renzo Rosso, fondatore e presidente di Otb -. Negli ultimi tempi, purtroppo, ho visto grossi marchi industrializzare la couture, al contrario Maison Margiela è rimasto puro. Con questa sfilata il genio creativo John Galliano ha segnato un momento storico per il settore ed elevato ancora una volta Maison Margiela grazie al suo tocco raro e alla sua capacità di trovare sempre la combinazione perfetta tra silhouette straordinarie degli abiti, trattamenti innovativi dei materiali, modernità e tecnologia. Ha saputo ricreare qualcosa che manca da molto nel mondo della moda, ovvero il sogno”.