Nove mesi in rallentamento per la pelletteria tricolore, tra “l’acuirsi delle tesioni geopolitiche, la stagnazione della domanda interna e un generale scenario di aumento dei costi”. È questo il quadro tratteggiato dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assopellettieri, che ripercorre un 2023 avviatosi con un primo trimestre positivo, in linea con il trend del 2022 e aumenti a doppia cifra, seguito da un “repentino rallentamento nei principali indicatori congiunturali”, che hanno condizionato le performance delle imprese manifatturiere.
In primo piano il fronte delle esportazioni, partite con una progressione dell’11,7% in valore nel primo trimestre, poi appiattitosi nel secondo (+0,3%) per poi registrare addirittura una flessione nel terzo quarter (-5,4 per cento). Complessivamente i primi nove mesi, dunque, segnano un incremento “contenuto” pari a +2,2%, con beni di pelletteria esportati per 8,39 miliardi di euro (178,5 milioni in più su gennaio-settembre 2022).
Dal punto di vista merceologico, l’export dei prodotti in pelle (che con 5,84 miliardi di euro coprono quasi il 70% delle vendite estero) evidenzia una crescita del +3,7% in valore, che segna un ritorno ai livelli pre-pandemici; mentre quello di prodotti in succedaneo, che per effetto del forte recupero sperimentato nell’ultimo biennio presenta un aumento considerevole su gennaio-settembre 2019 (+40% circa), a confronto coi primi 9 mesi del 2022 risulta invece in lieve flessione (-1,1%).
Riguardo ai singoli mercati di riferimento, crollano i flussi verso la Svizzera (-42,5% in valore), tradizionale hub logistico lusso, a indicare un riassetto nelle “politiche di distribuzione delle stesse a favore di spedizioni dirette nelle destinazioni finali. Anche per questo sono pochi sono i Paesi, nella top venti dell’export che hanno accusato una flessione nei primi nove mesi: oltre alla Svizzera, solo Sud Corea e Canada (entrambi -10,2 per cento). Bene invece la Francia (+21,3% in valore), che si conferma la principale destinazione con una quota salita al 16,4% del totale, e il Far East (che malgrado la frenata sudcoreana segna un +17,4% nell’insieme, con aumenti rilevanti in diversi paesi, a partire dal +40,3% della Cina). Rimbalzo in Russia e Ucraina (nonostante flussi ancora inferiori a quelli 2021 pre-guerra) e crescita del +36,2% negli Emirati Arabi. Limitato ad un +6% l’incremento delle vendite negli Usa, che nel terzo trimestre hanno subìto una contrazione del -5,3 per cento.
Sul versante nazionale, la domanda appare “decisamente debole”: solo +0,6% in spesa per il commercio al dettaglio. Guardando complessivamente il fiscal year, il timore è che anche il quarto trimestre verrà archiviato in negativo, assegnando un segno meno al dato annuale. A settembre Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri, aveva prefigurato una seconda parte dell’anno costellata di criticità e un recupero atteso per la prima metà del 2024 appena iniziato.
Intanto, il calendario della pelletteria segna il prossimo appuntamento con Mipel 125 per i giorni dal 18 al 25 febbraio 2024, in contemporanea con le altre fiere Moda del polo milanese: Micam Milano, TheOneMilano e Milano Fashion&Jewels e in parziale sovrapposizione con Lineapelle. Dal 31 gennaio al primo febbraio, invece, Mipel Lab New York torna al Metropolitan Pavilion di Manhattan per mettere in contatto le realtà produttive italiane con i brand americani.