Il rallentamento dell’economia cinese, le turbolenze in Europa e negli Stati Uniti hanno innescato un sell out sui titoli del lusso europei. Che restano un ‘bene rifugio’, ma che iniziano a scontare la situazione macroeconomica.
Se da un lato l’aumento dell’inflazione non ha prodotto pressoché alcuna reazione tra i luxury stocks, la riduzione dei livelli di consumo ha inciso sul sentiment di mercato. Secondo quanto reso noto dalla Bce relativamente all’economia dei prossimi 12 mesi nell’Ecb Consumer Expectations Survey results – August 2023 diffuso lo scorso 11 ottobre, “le aspettative di crescita sono state leggermente più negative, attestandosi a -0,8%, rispetto al -0,7% di luglio. In linea con le minori aspettative di crescita economica, le attese sul tasso di disoccupazione a 12 mesi sono aumentate all’11,1%, rispetto all’11,0% dei tre mesi precedenti. I consumatori hanno continuato a prevedere che il tasso di disoccupazione futuro sarà solo leggermente superiore al tasso attuale (10,8%), il che implica una sostanziale stabilità del mercato del lavoro”.
L’indice Stoxx Europe Luxury 10 ha visto un calo considerevole con il valore delle 10 società di lusso che l’indice contempla, che hanno perso 175 miliardi di dollari dall’inizio di marzo. Gli analisti di Morningstar puntano il faro sull’indebolimento del mercato immobiliare in Cina e sul calo del giro d’affari di molte società americane, che potrebbe “portare in futuro a un rallentamento della domanda di beni di lusso”. Per gli analisti di Bank of America, i titoli delle aziende del lusso hanno già subito un calo del 17% rispetto ai massimi storici registrati ad aprile. Questa flessione è attribuibile alla normalizzazione della domanda nel terzo trimestre, con un particolare calo delle vendite nel mese di agosto. Gli esperti BofA prevedono ulteriori rallentamenti fino alla fine della prima metà del prossimo anno. Inoltre, la stima è che gli utili per azione (Eps) del settore subiranno una diminuzione del 7% nel 2024. Ora, avverte la banca, “gli investitori dovranno ora essere cauti e fare scelte oculate per affrontare il cambiamento di scenario nel mercato dei beni di lusso”. In ogni caso, per gli esperti di BofA Global Research si potrebbe trattare di un’opportunità d’investimento, “poiché il settore mantiene un’attrattiva strutturale”, anche se “è necessaria pazienza”.
Analizzando l’andamento di Borsa e la capitalizzazione dei maggiori titoli (i dati sono aggiornati allo scorso 18 ottobre), si rende evidente un leggero assottigliamento dei valori borsistici delle azioni. Moncler, che per gran parte del 2022 e del 2023, ha potuto contare su una serie costante di rialzi, ha pagato una contrazione generalizzata dei titoli del lusso a partire dalla seconda parte dell’anno. In particolare, nel corso dell’estate pur avendo diffuso risultati importanti, con ricavi che hanno ancora una volta battuto le attese scavalcando il miliardo di euro, il titolo si è mosso lateralmente, tra rialzi e forti ribassi inattesi. Per quanto riguarda l’andamento delle performance del titolo, la contrazione degli ultimi sei mesi è del 18,04%, anche se nell’arco dell’anno in corso si conferma un incremento del 7,03%. La capitalizzazione di mercato è di 14,3 miliardi di euro, in aumento rispetto ai precedenti 13,3 miliardi del 2022. Lvmh, il colosso del lusso mondiale, di gran lunga il più capitalizzato (334 miliardi di euro) ha visto una calo della performance del 23,5% negli ultimi sei mesi. Segno negativo, per ora, anche se si condera il dato riferito all’anno in corso che ha evidenziato un calo della performance del 1,69 per cento. Recentemente il gruppo guidato da Bernard Arnault, nuovamente scavalcato Jeff Bezos nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, ha reso noti i numeri dei primi sei mesi dell’anno che pur in aumento sul primo semestre 2022, hanno deluso le attese. Per gli analisti di Berenberg, che hanno rivisto in calo le previsioni sul titolo, “rimane incertezza a breve termine rispetto a quando le tendenze delle vendite e dei margini si stabilizzeranno. Il tema oggi è su quale possa essere la nuova normalità per il 2024 e oltre. Abbiamo tagliato le nostre stime per riflettere un nuovo scenario di base, ma vediamo ancora un potenziale rialzo e siamo fiduciosi – affermano – che possa sovraperformare il settore dei beni di lusso. Scenario che gli investitori favoriranno anche in uno scenario incerto”.
Anche Kering, secondo polo del lusso francese, con una capitalizzazione di 53 miliardi di euro, negli ultimi sei mesi ha visto un calo del rendimento delle azioni del 28,27% e nel corso dell’anno corrente dell’11,9 per cento. Goldman Sachs resta comunque positiva sull’azione con un rating ‘buy’ e un target price di 665 euro. Anche per Rbc il titolo resta attrattivo (confermato il buy) con un target price di 560 euro. Abbassa le stime invece Jeffries (rating ‘neutral’) con un tp che passa da 500 a 440 euro. Tornando in Italia, Salvatore Ferragamo, guidata da Marco Gobbetti, recentemente ammessa al regime di adempimento collaborativo o Cooperative Compliance, con una capitalizzazione di mercato di 1,98 miliardi di euro, ha visto scendere la performance delle proprie azioni del 28,6% in sei mesi e del 26,4% nell’anno in corso.
Brunello Cucinelli (4,872 miliardi la capitalizzazione di mercato) ha visto una contrazione della performance del 21,76% negli ultimi sei mesi, ma sull’anno in corso resta positivo (+3,84%). Il P/E ratio sul 2023 atteso è 44,3x. Il gruppo calzaturiero marchigiano Tod’s, con una capitalizzazione di 1,039 miliardi, ha visto un calo del rendimento delle azioni del 19,05% nella media degli ultimi sei mesi, ma +4,95% nell’anno in corso. Oltreoceano, Zegna (2,897 miliardi la capitalizzazione) ha visto un calo del rendimento negli ultimi tre mesi in particolare dell’8%, ma i sei mesi sono positivi (+1,8) e l’anno in corso segna un progresso della performance del 26,4 per cento.