Nonostante le criticità dello scenario globale, il 2023 del lusso si chiuderà con un segno positivo. È questa la fotografia scattata dal 22° Osservatorio Altagamma, che ha stimato una crescita dell’8-10% sul 2022 per il segmento luxury nell’anno che volge al termine. Dovrebbero infatti ammontare a 1.500 miliardi di euro i ricavi complessivi del comparto, a coronare un nuovo record a tre anni dalla crisi pandemica. Ai massimi storici, in particolare, la spesa per esperienze, trainata da interazioni sociali e viaggi.
In crescita anche il mercato dei beni personali di lusso, con un giro d’affari stimato a 362 miliardi di euro entro il 2023, in aumento del 4% su base annua (a tassi correnti). Il terzo trimestre è stato tuttavia penalizzato dalla congiuntura di generale incertezza globale, dai conflitti geopolitici alla fragile domanda dei consumatori in un contesto ancora inflazionistico, soprattutto in Europa, passando per gli scarsi segnali di ripresa provenienti dagli States. Un concorso di elementi che contribuiscono a gettare delle ombre sul 2024 alle porte, per il quale l’Altagamma Consensus stima una crescita delle marginalità delle imprese pari a circa il 4 per cento. Nel corso del 2023 le aziende hanno alzato i prezzi per compensare l’aumento dei costi, portando a marginalità più alte. Per il 2024, gli analisti prevedono una crescita “normalizzata”, dovuta all’incertezza e alla volatilità del contesto economico. I ricavi manterranno un andamento dal segno positivo, stimato in un incremento low single digit del +5-6 per cento. L’ebitda per il 2024 è stimato crescere in modo più contenuto, attestandosi intorno al +4 per cento.
Le stime per il 2024 e le evidenze sull’andamento del mercato sono emerse dall’Altagamma Consensus 2024, presentato a Milano da Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Altagamma, e realizzato con il supporto di un parterre di 20 analisti internazionali, e dall’Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2023, presentato da Claudia D’Arpizio e Federica Levato, senior partner di Bain & Company.
“Nel 2024 – ha commentato Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, riguardo al prossimo anno – si prevede per il lusso personale una crescita più moderata. Di fronte alle sfide che ci attendono, dalla volatilità dei mercati all’inflazione, dalla aumentata competizione internazionale alla diminuzione della consumer confidence, l’industria deve consolidare la propria heritage ma continuare ad investire in digitalizzazione, formazione e sostenibilità. Il dialogo aperto con il Governo è positivo ma ci aspettiamo che non siano dimenticate quelle imprese e quelle filiere che hanno creato il mito del made in Italy nel mondo e che oggi vanno affiancate affinché possano vincere le sfide sempre più complesse che stanno affrontando”.
Hanno aggiunto D’Arpizio e Levato sulle direttrici strategiche per il prossimo futuro: “Questo è un momento decisivo per il mercato e i vincitori si distingueranno per resilienza, rilevanza e rinnovamento: le basi della nuova equazione del lusso incentrato sul valore. Il mercato del lusso sta generando una crescita positiva per il 65-70% dei brand nel 2023, rispetto al 95% nel 2022. Per rimanere in gioco, sarà fondamentale che i player prendano decisioni coraggiose per conto dei propri clienti, sfruttando anche M&A strategiche per ridefinire i confini del settore. Questi saranno fattori fondanti della crescita futura”.
Guardando ai numeri del 2024, i fattori in gioco fanno stimare “una crescita moderata del mercato”. In Europa i turisti internazionali compenseranno la più debole domanda interna e avranno un impatto positivo sul mercato, in crescita del 4%, con un ritorno nelle città dei turisti cinesi. Ancora in rallentamento la crescita degli Usa (+2,5%), “a causa degli effetti dell’inflazione e per le incertezze tradizionali dell’Election Year”, mentre per l’America Latina è stimato un rialzo del 3% con un Messico “che beneficia delle esportazioni per il cambio favorevole”.
Prosegue la crescita positiva del Giappone (+6%), “sotto la spinta della domanda locale e dei cinesi”. In Cina si stima una crescita dell’8%, più bassa rispetto agli anni scorsi, “per una minore domanda della classe medio-alta che è più cauta nelle spese e per la minaccia “‘daigou'”, cioè l’acquisto dei beni di lusso su mercati esterni con rivendita sul mercato domestico a prezzi più bassi.
Per quanto riguarda le categorie di prodotto, gli accessori sono i best in class e proseguono nel loro trend positivo: +6,5% per la pelletteria e +5% per le calzature. Per l’abbigliamento si stima una crescita del 4% con la ripresa del segmento meno casual: si tratta della categoria che risente maggiormente della diminuzione della spesa dei consumatori, che preferiscono acquistare lusso esperienziale. Prosegue poi il trend positivo della gioielleria, con un +5,5%, con il gioiello che resta un bene rifugio e di investimento. Stabile la crescita degli orologi (+3,5 per cento).
Il canale retail, sia fisico che digitale, continua a essere in crescita ed è il canale d’elezione per i personal luxury goods. Penalizzato fortemente il canale wholesale e ridotto l’impatto dell’online. Riguardo invece ai consumatori, si amplia la polarizzazione tra fasce più e meno abbienti della popolazione, con la classe media che conferma un minore potere d’acquisto a livello globale. Gen Z e Millennial Uhnwl (Ultra High Net Worth Individuals) trainano i consumi del lusso con acquisti in età sempre più giovane.
Hanno discusso e commentato i dati emersi dalle ricerche personaggi di spicco del mondo del lusso, da Renzo Rosso (fondatore e presidente del Gruppo Otb) ad Angelo Zegna (consumer & retail excellence director di Zegna), passando per Alexander Boquel (direttore Métiers d’Excellence Lvmh), Attila Kiss (AD del Gruppo Florence), Pierfrancesco Nervini (COO North & Central Europe & Global Accounts di Global Blue). E ancora Horacio Pagani (fondatore e chief designer di Pagani Automobili), Maria Porro (direttrice marketing e comunicazione di Porro e presidente del Salone del Mobile.Milano).