Mango alza l’asticella. Il player di Barcellona mette per un attimo da parte l’etichetta di fast fashion lanciando una linea di abbigliamento e accessori, dal nome ‘Beyond’, con prezzi molto più alti rispetto alla media dei suoi prodotti, dando così il via ad una presumibile strategia di riposizionamento.
Non la si potrebbe però definire una collezione premium o di entry luxury, in quanto solo alcuni degli item proposti, come ad esempio i capispalla, arrivano a costare diverse centinaia di euro. La neo linea di Mango, caratterizzata – come si legge sul sito – “da uno stile contemporaneo e minimalista”, offre infatti, solo online in 100 Paesi, un totale di 41 capi per un range di prezzo che parte da 29,99 euro per un top ed arriva a superare i mille per un cappotto double-face in pelliccia e pelle di pecora. Un prezzo ben al di sopra della media della catena spagnola, motivato dalla ricerca della materia prima, dall’attenzione alla sostenibilità del prodotto e dalla sperimentazione di nuove tecniche di produzione.
Secondo quanto riportato dalla stampa spagnola, con questa nuova serie di capi dal pricing più alto Mango starebbe avviando una fase di sperimentazione, testando la propria clientela e l”accoglienza’ del mercato. Questa nuovo drop arriva inoltre dopo il lancio di ‘Selection’, una collezione lanciata nell’agosto dello scorso anno che aveva già subito un notevole incremento di posizionamento, con prezzi che arrivavano fino a 300 euro.
Nonostante al momento la linea interessi solo il womenswear, anche l’abbigliamento maschile di Mango ha visto recentemente un”impennata’ nel formale: il retailer ha infatti appena lanciato una collezione composta da otto giacche maschili realizzate in tandem con la sartoria meneghina Boglioli. In questo caso i prezzi dei blazer sfiorano tutti i 300 euro – una fascia prezzo comunque superiore rispetto ai 129,99 richiesti per acquistare un blazer slim-fit. Quest’anno, il gruppo prevede, con la sola linea di moda maschile, di superare i 325 milioni di euro, quasi raddoppiando i 169 milioni di euro registrati nel 2020. Nel complesso, l’azienda ha concluso il 2022 con un fatturato che supera i 2,6 miliardi di euro, registrando una crescita del 20,3% rispetto al 2021 e del 13,2% rispetto al 2019 (a 2,37 miliardi).
Mango non sarebbe il primo player del fast fashion a tentare il riposizionamento. Da quanto nel mercato è cresciuto a dismisura il fenomeno dell’ultra fast fashion, grazie a realtà come Shein o Temu, i gruppi di ‘fascia bassa’ hanno pensato a una serie di strategie che li differenziasse dal low cost e che li allontanasse definitivamente da discorsi come sfruttamento del lavoro. Il caso più lampante è quello di Zara, marchio di proprietà di del colosso Inditex, che negli ultimi mesi, per cambiare il percepito del brand, oltre ad aver lanciato la collezione ‘Atelier’, con prezzi che arrivavano fino a 500 euro, si è affidato anche a figure di spicco del settore moda come Steven Meisel, prima con gli scatti di alcune campagne e poi con la produzione di una linea pensata proprio dal noto fotografo.