La Commissione Europea è pronta a verificare la trasparenza dei messaggi condivisi dalle star dei social. La Commissione e le autorità competenti del Consumer Protection Cooperation Network, ovvero specializzate nella tutela dei consumatori, hanno infatti redatto un documento che spiega come verranno esaminate le pratiche commerciali degli influencer, controllando cioè un numero indefinito di post per identificare eventuali attività promozionali che ingannano i consumatori.
Il testo chiarisce che gli influencer coinvolti in attività commerciali regolari, ad esempio legate ad aziende per pubblicizzare prodotti o servizi, sono considerati commercianti ai sensi del diritto dei consumatori dell’Unione Europea. Sono tenuti quindi a divulgare gli annunci pubblicitari in modo trasparente. “Il risultato di questa analisi dei social media confluirà nel Digital Fairness Fitness Check (controllo di idoneità dell’onestà digitale, ndr) che aiuta a valutare se è necessaria una nuova legislazione per rendere i mercati digitali sicuri quanto quelli offline”, si legge del documento. La Commissione stima inoltre che l’influencer marketing dovrebbe raggiungere un valore globale di 20 miliardi di euro nel 2023, in crescita rispetto ai 16,4 miliardi dell’anno precedente (fonti DeRev).
È stata inoltre lanciata l’Influencer Legal Hub, una piattaforma nella quale influencer e content creator possono trovare informazioni sulla legislazione dell’UE nel settore delle pratiche commerciali trasparenti, che li aiuteranno a rispettare le regole.
“Il business degli influencer è fiorente e molti consumatori, spesso giovani o addirittura bambini, si fidano dei loro consigli. Questo modello di business, tuttavia, comporta anche obblighi legali. Anche gli influencer devono seguire pratiche commerciali corrette e i loro follower hanno diritto a informazioni trasparenti e affidabili”, spiega nel documento il commissario alla giustizia Didier Reynders. “Il nostro Influencer Legal Hub sarà di grande aiuto per tutti gli attori del settore per comprendere le regole. Invito gli influencer a giocare secondo queste regole”, ha concluso il commissario.
All’interno dell’Hub gli influencer possono conoscere i loro obblighi legali, in particolare quando, dove e come dovrebbero divulgare le loro attività pubblicitarie sui social media, cosa dovrebbero fare in relazione ai doveri professionale e quali diritti hanno i consumatori quando acquistano prodotti o servizi direttamente da loro.
Il Codacons, applaude la decisione della Commissione Europea: “Sono anni che denunciamo le scorrettezze degli influencer italiani, che troppo spesso ingannano gli utenti attraverso post commerciali non dichiarati che realizzano una pubblicità occulta a danno dei cittadini. Basti pensare che il giro d’affari prodotto sui social network dagli influencer italiani raggiungerà i 348 milioni di euro nel 2023 con una crescita annua del 13 per cento”, spiega a La Repubblica l’ente volta al coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori. Secondo un report di DeRev, società di strategia e comunicazione digitale, nel 2022 i guadagni degli influencer italiani hanno toccato la soglia dei 308 milioni di euro, in aumentati del 10% rispetto all’anno precedente mentre nel mondo la somma ha raggiunto i 16,4 miliardi.
“Il rischio – continua il Codacons – è che i proventi di attività pur non dichiarata commerciale e/o imprenditoriale non vengano correttamente assoggettati a tassazione. Per tali motivi abbiamo già chiesto all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza di svolgere un accertamento fiscale al fine di verificare se la ricchezza patrimoniale dei principali influencer italiani possa essere il frutto totale o parziale della concessione di regalie, attività di pubblicità e promozione di location, prodotti e beni di consumo e/o di lusso, e di avviare un accertamento sulla rilevanza di tali operazioni, sulla loro idoneità a costituire reddito e, quindi, sull’incidenza in ordine agli obblighi dichiarativi”.