In Italia, i criteri ambientali, sociali e di governance (Esg) stanno diventando sempre più decisivi nella determinazione dei compensi dei dirigenti delle società quotate. Dal ‘Rapporto Consob sulla rendicontazione non finanziaria delle società quotate italiane 2022’ emerge che la previsione di remunerazioni legate a parametri Esg a favore di amministratori esecutivi, “può rappresentare un rilevante strumento di incentivazione all’integrazione della sostenibilità all’interno dei processi decisionali dell’impresa”. E aumenta il numero di aziende che stanno considerando i fattori non finanziari nei compensi dei loro dirigenti: nel 2021 sono state 106 aziende (47% del totale), mentre nel 2023 il numero è salito a 127 (58,5% del totale). Questo collegamento tra fattori Esg e remunerazione è più comune nelle grandi aziende quotate su Euronext Milan, come quelle dell’indice Ftse Mib (94%) o Mid Cap (77%). Nel settore finanziario, il 65% delle aziende ha collegato i compensi ai fattori Esg, rispetto al 56% nel settore industriale e al 58% nel settore dei servizi. Lo studio ha preso in considerazione le società quotate di tutti i settori merceologici e conferma la ricerca di Pambianco pubblicata sul numero dello scorso settembre dove, analizzando i bilanci delle aziende fashion italiane presenti sui listini azionari, si evidenziava come la componente variabile della remunerazione degli amministratori delle quotate sarà sempre più legata alla sostenibilità.
Tornando al rapporto di Consob presentato nei giorni scorsi, le aziende controllate da istituzioni finanziarie, dallo Stato o da enti pubblici e le imprese per le quali non è possibile individuare l’identità dell’azionista di controllo (ultimate controlling agent) sono quelle che applicano più frequentemente compensi sostenibili (rispettivamente nel 100%, 88% e 73% dei casi).
La parte del salario legata ai fattori Esg nel breve periodo è in media del 21%, leggermente superiore al 20% del 2021. Questi parametri riguardano principalmente fattori sociali (62 casi) e ambientali (40 casi) per quanto riguarda il salario a breve termine dei dirigenti. Alcune aziende (18) collegano i salari al loro posizionamento in un indice Esg o a un rating Esg, mentre altre (11) lo collegano allo sviluppo di prodotti ecologici o finanziamenti sostenibili. I fattori di governance sono presenti in 14 casi. Infine, per la prima volta la percentuale di investimenti (CapEx) allineata a quanto previsto dalla tassonomia europea degli investimenti sostenibili figura tra i parametri per la determinazione della remunerazione variabile di breve periodo.
Per quanto riguarda i fattori sociali, la diversità e l’inclusione, il lavoro agile e la formazione sono i più comuni (43 casi), seguiti dalla riduzione degli infortuni sul lavoro (23 casi) e dalla soddisfazione del cliente (18 casi). Per quanto riguarda i fattori ambientali, le emissioni di CO2 (24 aziende), l’economia circolare e la gestione dei rifiuti (10 casi) e le energie rinnovabili (10 aziende) sono i più citati.
Nel lungo periodo, la parte del salario legata ai fattori Esg è in media del 19%, oscillando dal 5% al 40%. Questa parte dipende principalmente dai fattori sociali e ambientali (rispettivamente 43 e 40 casi), mentre i fattori di governance sono citati in sei casi. Alcune aziende (16) collegano i salari a lungo termine al loro inserimento in un indice Esg o a un rating Esg, mentre altre (8) lo collegano allo sviluppo di prodotti.