Dopo un’estate particolarmente vivace, anche nel corso dei prossimi mesi, il mondo del fashion sarà palcoscenico di nuove operazioni di consolidamento. Opportunità potranno nascere anche se il contesto macroeconomico non è esattamente favorevole. Difficile anticipare quali saranno gli attori e le tempistiche, dal momento che molte operazioni, pur ‘nell’aria’ da tempo, si realizzano sulla convergenza di diversi fattori. “Anche il mondo del lusso vede uno scenario via via più incerto”, sottolinea con Pambianconews Paola Carboni, analista lusso di Equita. “Negli ultimi due anni, con risultati spesso superiori alle attese, avevamo assistito a continui rialzi di stime, ma nel secondo quarter di quest’anno le sorprese non sempre sono state positive e in alcuni casi abbiamo dovuto limare le stime. Tuttavia, visti i fondamentali forti e la posizione finanziaria netta solida delle società del settore, opportunità di consolidamento potrebbero emergere anche in contesti di mercato meno favorevoli”.
“Il gruppo più attivo negli ultimi mesi è stato Kering, che ha accelerato il passo con l’acquisizione di Creed e del 30% di Valentino”, ricorda Carboni. “Resta in ogni caso saldo il ‘primato’ dei due colossi del lusso francese, Kering e Lvmh, anche a fronte del consolidamento cui si è dato corso Oltreoceano, con l’acquisizione di Capri Holding da parte di Tapestry: “Il posizionamento di mercato in questo caso è diverso, in quanto i principali brand in portafoglio per i due gruppi, rispettivamente Michael Kors e Coach, si configurano come brand premium e non propriamente lusso. Anche le dimensioni sono ben diverse: infatti da una parte abbiamo un gruppo da 12 billion di fatturato rispetto a Lvmh che genera quasi 90 billion e Kering 20 billion”.
Ma quali sono state le operazioni rilevanti del più recente passato? A fine luglio Kering e Mayhoola hanno siglato un un accordo vincolante per l’acquisizione da parte del gruppo francese di una partecipazione del 30% in Valentino, per un corrispettivo in contanti di 1,7 miliardi di euro. Solo un mese prima Kering Beauté aveva annunciato la sigla di un accordo per l’acquisizione del 100% di Creed dai fondi controllati da BlackRock Long Term Private Capital Europe e dall’attuale Presidente Javier Ferrán. Altro attore di primo piano dell’estate Tapestry, quotata a Wall Street, con in portafoglio i brand Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman, che ha raggiunto l’accordo per acquisire Capri Holdings Limited (Versace, Jimmy Choo e Michael Kors).
Ma anche il colosso svizzero Richemont si è reso protagonista di un deal interessante: l’acquisizione di una partecipazione di controllo in Gianvito Rossi, maison italiana di calzature, in una transazione privata i cui termini non sono stati resi noti. In una delle maggiori acquisizioni dell’anno, la società americana di private equity Advent International ha rilevato una quota di maggioranza la maison australiana Zimmerman l’8 agosto 2023 da Style Capital. Secondo Reuters, l’operazione ha portato la valutazione di Zimmerman a oltre 14 volte il suo utile di base, pari a circa 1,15 miliardi di dollari. La famiglia Zimmerman e Style Capital resteranno nel capitale con una quota di minoranza. Altra notizia ‘bomba’ dell’estate, l’acquisizione da parte di Calzedonia di Cantiere del Pardo. Il gruppo veneto ha siglato con il fondo Wise Equity un contratto vincolante in tal senso. I manager storici, Fabio Planamente e Gigi Servidati, manterranno una quota di minoranza nella società. Ulteriore mossa estiva, in seguito alla scelta di Jörg Bucherer, in assenza di discendenti diretti, di vendere le attività della sua azienda, Rolex ha deciso di acquisire il rivenditore di orologi Bucherer.
Nel corso del 2023 anche il tessuto imprenditoriale italiano si è fatto terreno di attività di merger and acquisition, finalizzate a rafforzare la filiera e a consolidare il comparto. Il private equity Permira, attraverso i suoi fondi, ha acquisito il Gruppo Florence, piattaforma che nasce proprio con l’obiettivo di consolidare la frammentata filiera produttiva nel settore del lusso, e che oggi si compone di 26 aziende che spaziano in ogni segmento della produzione made in Italy. Prada e Zegna hanno acquisito una quota di minoranza dell’azienda di filati Fedeli, mentre Chanel e Brunello Cucinelli hanno firmato un accordo di lungo termine con la famiglia Cariaggi, proprietaria dell’omonimo lanificio. A fine luglio Made in Italy Fund ha comunicato al mercato il definitivo successo dell’Opa su Cover 50, che ha in portafoglio PT Torino, nell’ambito del più ampio programma di investimenti in società target.
Il consolidamento della filiera italiana “pensiamo sia destinato a continuare, in quanto è sempre più cruciale per i players del lusso avere il controllo della filiera in un’ottica di time to market, di tracciabilità e sostenibilità, ma soprattutto di preservazione del know how, dal momento che molte piccole aziende a controllo familiare rischiano di non superare il momento di passaggio generazionale oppure di faticare ad attrarre risorse giovani”, conclude Carboni.