Numerosi i colpi di scena estivi, da Kering con Valentino a Tapestry che si è aggiudicata Capri Holdings. E poi Rolex, Richemont e Calzedonia. Molte operazioni avvengono per cassa e questo favorisce eventuali M&A.
Se le operazioni di M&A hanno registrato un calo a livello mondiale anche nei primi 5 mesi del 2023 a volume (-13%) e valore (-44%), l’Italia viaggia in controtendenza: la recente nota di aggiornamento ‘PwC Global and Italian M&A Industry Trends Mid-Year update’ certifica un incremento a volume (+13,5%) trainate dal midmarket, con i settori a maggior crescita srappresentati dal Consumer Markets (+37%) e il TMT (Technology, Media and Telecom) (+26%). In aumento le operazioni annunciate in Italia da fondi di Private Equity (+21,6%), ma di taglia inferiore rispetto al passato.
I DEAL ESTIVI
Questo lo scenario, entro il quale il mondo del lusso si è dimostrato particolarmente attivo nel corso dell’estate, con operazioni rilevanti. Il colosso francese Kering, il gruppo Usa Tapestry, e poi Rolex, l’italiana Calzedonia, per citarne alcuni, sono stati i grandi protagonisti della stagione con operazioni significative. A fine luglio Kering e Mayhoola hanno siglato un un accordo vincolante per l’acquisizione da parte del gruppo francese di una partecipazione del 30% in Valentino, per un corrispettivo in contanti di 1,7 miliardi di euro. L’accordo prevede un’opzione per Kering di acquisire il 100% del capitale sociale di Valentino entro il 2028. La transazione fa parte di una più ampia partnership strategica tra Kering e Mayhoola, che potrebbe portare Mayhoola a diventare azionista di Kering. Solo un mese prima Kering Beauté aveva annunciato la sigla di un accordo per l’acquisizione del 100% di Creed dai fondi controllati da BlackRock Long Term Private Capital Europe e dall’attuale Presidente Javier Ferrán. Altro attore di primo piano dell’estate Tapestry, quotata a Wall Street, con in portafoglio i brand Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman, che ha raggiunto l’accordo per acquisire Capri Holdings Limited (Versace, Jimmy Choo e Michael Kors). L’azienda combinata ha generato un fatturato annuo globale superiore a 12 miliardi di dollari con una presenza in oltre 75 Paesi e ha raggiunto quasi 2 miliardi di dollari di utile operativo rettificato nell’anno fiscale precedente.
Ma anche il colosso svizzero Richemont si è reso protagonista di un deal interessante: l’acquisizione di una partecipazione di controllo in Gianvito Rossi, maison italiana di calzature, in una transazione privata i cui termini non sono stati resi noti. Altra notizia ‘bomba’ dell’estate, l’acquisizione da parte di Calzedonia di Cantiere del Pardo. Il gruppo veneto ha siglato con il fondo Wise Equity un contratto vincolante in tal senso. I manager storici, Fabio Planamente e Gigi Servidati, manterranno una quota di minoranza nella società. Ulteriore mossa estiva, in seguito alla scelta di Jörg Bucherer, in assenza di discendenti diretti, di vendere le attività della sua azienda, Rolex ha deciso di acquisire il rivenditore di orologi Bucherer.
NUOVE OPPORTUNITÀ ALL’ORIZZONTE
“Il gruppo più attivo negli ultimi mesi è stato Kering, che ha accelerato il passo con l’acquisizione di Creed e del 30% di Valentino” sottolinea con Pambianco Magazine Paola Carboni, analista lusso di Equita. “Resta in ogni caso saldo il ‘primato’ dei due colossi del lusso francese, Kering e Lvmh, anche a fronte del consolidamento cui si è dato corso Oltreoceano, con l’acquisizione di Capri Holding da parte di Tapestry: “Il posizionamento di mercato in questo caso è diverso, in quanto i principali brand in portafoglio per i due gruppi, rispettivamente Michael Kors e Coach, si configurano come brand premium e non propriamente lusso. Anche le dimensioni sono ben diverse: infatti da una parte abbiamo un gruppo da 12 billion di fatturato rispetto a Lvmh che genera quasi 90 billion e Kering 20 billion”.
Rispetto al contesto macroeconomico, “anche il mondo del lusso vede uno scenario via via più incerto. Negli ultimi due anni, con risultati spesso superiori alle attese, avevamo assistito a continui rialzi di stime, ma nel secondo quarter di quest’anno le sorprese non sempre sono state positive e in alcuni casi abbiamo dovuto limare le stime. Tuttavia, visti i fondamentali forti e la posizione finanziaria netta solida delle società del settore, opportunità di consolidamento potrebbero emergere anche in contesti di mercato meno favorevoli”.
Nel corso del 2023 anche il tessuto imprenditoriale italiano si è fatto terreno di attività di merger and acquisition, finalizzate a rafforzare la filiera e a consolidare il comparto. Il private equity Permira, attraverso i suoi fondi, ha acquisito il Gruppo Florence, piattaforma che nasce proprio con l’obiettivo di consolidare la frammentata filiera produttiva nel settore del lusso, e che oggi si compone di 26 aziende che spaziano in ogni segmento della produzione made in Italy. Prada e Zegna hanno acquisito una quota di minoranza dell’azienda di filati Fedeli, mentre Chanel e Brunello Cucinelli hanno firmato un accordo di lungo termine con la famiglia Cariaggi, proprietaria dell’omonimo lanificio. Quest’ultima manterrà il controllo (51%) dell’azienda, mentre Chanel e Cucinelli potranno contare su una partecipazione rispettivamente del 24,5%. A fine luglio Made in Italy Fund ha comunicato al mercato il definitivo successo dell’Opa su Cover 50, che ha in portafoglio PT Torino, nell’ambito del più ampio programma di investimenti in società target. Il consolidamento della filiera italiana “pensiamo sia destinato a continuare, in quanto è sempre più cruciale per i players del lusso avere il controllo della filiera in un’ottica di time to market, di tracciabilità e sostenibilità, ma soprattutto di preservazione del know how, dal momento che molte piccole aziende a controllo familiare rischiano di non superare il momento di passaggio generazionale oppure di faticare ad attrarre risorse giovani”, conclude Carboni.