Nella rivoluzione ai vertici di Kering, Francesca Bellettini si conferma una fuoriclasse nel mondo del lusso. Tra le poche donne in ruoli apicali, la manager italiana è stata protagonista del riassetto annunciato ieri dal conglomerato francese. Dal 2013 presidente e CEO di Yves Saint Laurent, in aggiunta al ruolo corrente è stata nominata Kering Deputy CEO e, in quanto tale, responsabile per il brand development del gruppo. Tutti gli amministratori delegati dei marchi riporteranno a lei, la quale sarà responsabile della guida delle maison del gruppo nelle loro prossime fasi di crescita.
Parallelamente è stato comunicato che Marco Bizzarri, dal 2015 presidente e amministratore delegato di Gucci, oltre che membro del comitato esecutivo di Kering dal 2012, lascerà l’azienda a partire dal 23 settembre 2023. Jean-François Palus, attualmente direttore generale del gruppo Kering, ha ricevuto l’incarico di presidente e amministratore delegato di Gucci ad interim. Infine Jean-Marc Duplaix, dal 2012 direttore finanziario, è stato nominato Kering Deputy CEO, responsabile delle operazioni e della finanza.
“Stiamo costruendo un’organizzazione più solida per cogliere appieno la crescita del mercato globale del lusso – commenta in una nota François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering -. Non vedo l’ora di lavorare con Francesca nel suo nuovo ruolo. Oltre a essere stata determinante nel moltiplicare per sei i ricavi da quando ha raggiunto Saint Laurent, è stata una partner straordinaria, e adesso tutti i nostri marchi, così come il Gruppo, beneficeranno della sua esperienza”. Per garantire una transizione appropriata, Bellettini assumerà gradualmente le sue nuove responsabilità nei prossimi mesi, e una nuova prima linea dirigenziale è stata istituita in Yves Saint Laurent. Bellettini è al timone della maison dal 2013, quando alla direzione creativa c’era Hedi Slimane, dopo essere subentrata a Paul Deneve.
Bellettini è entrata a far parte del gruppo Kering nel 2003 in qualità di strategic planning director e associate worldwide merchandising director di Gucci. Nel 2008 è passata a Bottega Veneta ricoprendo nel 2010 il ruolo di worldwide merchandising e communications director nel 2010.
La carriera della manager è iniziata a Londra nell’investments banking presso Goldman Sachs International, Deutsche Morgan Grenfell e Compass Partners International. L’ingresso nella moda è avvenuto nel 1999 all’interno della divisione business planning and development del Gruppo Prada, per poi ricoprire il ruolo di operations manager per Helmut Lang.
Nel primo trimestre 2023 Yves Saint Laurent è stato il marchio che ha registrato la performance migliore nel gruppo Kering con un +9%, contro attese di un rialzo attorno al 6 per cento. La maison, la cui direzione creativa è affidata dal 2016 a Anthony Vaccarello, è anche stato il primo brand in termini di crescita relativa nel full year 2022 con un +31% e vendite pari a 3,3 miliardi di euro.
Nel 2018, ospite del 23° Fashion & Luxury Summit Pambianco-Deutsche Bank, Bellettini aveva dichiarato: “Sono arrivata in Saint Laurent a settembre 2013, quando l’azienda fatturava circa 580 milioni di euro con un ebit, a fine di quell’anno, del 13,8 per cento. L’anno scorso abbiamo chiuso i conti con un miliardo e mezzo di fatturato e 25% di ebit. Non si arriva a un risultato del genere se non ci sono gli ingredienti di partenza giusti fin dall’inizio, perché è assolutamente impossibile creare tutto da zero. Noi avevamo la dimensione giusta per spingere e per fare una cosiddetta rivoluzione. Siamo partiti dal chiarire il posizionamento del brand. Io sono arrivata in Saint Laurent quando il rebranding era già stato fatto qualche mese prima ed era stato di grosso valore perché si fondava sui valori storici della maison. Il nostro marchio è stato fondato nel 1961 da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé, dopo che lo stilista era stato licenziato da Dior. E gli anni d’oro sono stati quelli dal ‘66 al ‘68, ovvero quando Yves Saint Laurent ha deciso di creare il prêt-à-porter lanciando la linea Saint Laurent Rive Gauche. Ciò che noi abbiamo fatto è stato ripescare quel preciso momento e rifocalizzare tutta l’azienda in quel senso. D’altro canto, tutto ciò che avevano fatto le persone prima di me, dagli amministratori delegati ai direttori creativi, ha reso possibile il successo di oggi, perché quando io sono arrivata il brand aveva un portafoglio prodotti estremamente bilanciato, con gli accessori molto forti, sia le borse che le scarpe, che è quello che poi ti dà la marginalità, così come il portafoglio di mercati. Era poi molto forte già su retail e wholesale. Io sono appassionata di Formula 1, e quando sono arrivata mi sembrava di essere su una Fiat 500 con il motore di una Ferrari e la scelta, con François-Henri Pinault, è stata quella di mettere la scocca della Ferrari e premere l’acceleratore. Lui fino a quel momento aveva già investito tanti soldi, ma non aveva funzionato così bene perché forse le persone si erano focalizzate più sul prodotto che sul branding”.
Secondo gli addetti ai lavori, il rimpasto ai vertici di Kering andrebbe letto come un passo indietro di Francois-Henri Pinault e darebbe al gruppo una struttura che ricorda quella dei primi anni duemila quando al vertice di Gucci Group (che faceva capo a Ppr) era stato nominato Robert Polet che aveva raccolto il testimone da Domenico De Sole. Per gli analisti la ristrutturazione di Kering era in qualche modo attesa dal mercato come segnale per allentare la pressione sul marchio Gucci, dopo la chiusura del contratto con Alessandro Michele e la nomina di Sabato De Sarno prevista a settembre. Kering presenterà infatti i risultati del primo semestre il 27 luglio.
“La struttura organizzativa rivista di Kering e il cambiamento dei ruoli di leadership sono un passo gradito per allineare ulteriormente i talenti del gruppo per servire meglio le esigenze delle sue Maison”, hanno scritto gli analisti di RBC in una nota. Secondo Citi, i cambiamenti sono più una “logica evoluzione” che un “big bang”, notando che rafforzeranno “il processo decisionale, la governance e la successione, mostrando al contempo un’ulteriore determinazione a trasformare Gucci”. Luca Solca, analista di Bernstein, aggiunge che la partenza di Bizzarri sembrava programmata per dare visibilità in vista della sfilata di debutto di De Sarno a Milano a settembre.