Omega, brand di Swatch Group, ha rivisto i suoi prezzi al rialzo dell’8% negli Stati Uniti e del 2% in Cina e in Svizzera. Il ‘ritocco’, ricorda Bloomberg, arriva in un momento in cui gli altri brand del colosso di Bienne faticano a veder crescere il loro giro d’affari, e potrebbe pesare sui volumi di vendita di Omega. Stati Uniti e Cina sono oggi i principali mercati di approdo dell’export di orologi svizzeri.
“L’aumento dei prezzi di Omega è il risultato di una debolezza piuttosto che della forza – spiegano gli analisti di Morgan Stanley, guidati da Edouard Aubin -. Mentre alcuni dei marchi di punta del gruppo (tra le controllate di Swatch Group ci sono Longines, Tissot, Breguet, Blancpain, Rado e Jaquet Droz, per citarne alcune) sono in difficoltà, riteniamo che il gruppo Swatch sia sempre più dipendente dal flusso di cassa di Omega”. Secondo le stime della banca d’affari, la maison, nota soprattutto per i modelli Speedmaster e Seamaster, ha generato il 60% dell’utile operativo di Swatch Group nel 2022. Stando ai dati del ‘Swiss Watch Industry Report’ di Morgan Stanley e LuxeConsult, con i suoi 2,47 miliardi di franchi (circa 2,5 miliardi di euro) Omega è il terzo brand dell’orologeria svizzera per fatturato, dopo Rolex e Cartier.
I rincari potrebbero effettivamente penalizzare il volume delle vendite. Si tenga presente che, a differenza di competitor quali Rolex, Audemars Piguet e Patek Philippe, i prodotti di Omega sono più facilmente reperibili a livello retail. Inoltre, nel mercato del secondo polso la maggior parte degli orologi Omega viene scambiata al di sotto del prezzo di vendita al dettaglio, cosa che invece non accade con il second hand di maison come Rolex o Audemars Piguet.