Twinset riprende quota dopo l’emergenza sanitaria. Il marchio italiano guidato da Alessandro Varisco ha chiuso il 2022 a quota 203 milioni di euro, totalizzando un +16% rispetto all’esercizio precedente. “Nel 2023 stiamo procedendo con lo stesso trend di crescita, ci stiamo quindi avvicinando ai risultati pre-Covid del 2019 pari a 220 milioni”, dichiara a Pambianconews il CEO. “Oltre alle note proposte apparel, Twinset sta guadagnando terreno nei segmenti calzature e accessori, in aumento double digit. Attualmente il marchio conta 103 negozi a gestione diretta e 94 con formula franchising che, con la collezione primavera/estate 2024, aumenteranno di dieci unità. L’Italia resta il nostro primo mercato coprendo poco meno del 50% delle vendite, crescono Medio Oriente, Spagna, Francia e Russia, dove abbiamo 10 negozi di proprietà. Ci danno buone soddisfazioni tutti i Paesi dell’ex area sovietica: Lituania, Estonia e Polonia, in quest’ultimo abbiamo inaugurato tre boutique dirette nell’ultimo anno. Parallelamente il peso del digital aumenta rappresentando il 10% del turnover, percentuale che sale al 15% se oltre al nostro e-shop sommiamo gli e-tailer partner”, dichiara Varisco.
Il manager si è detto molto orgoglioso del nuovo progetto green-friendly arrivato da una settimana nei negozi, la collaborazione tra Marco Rambaldi e Twinset. Il designer bolognese ha firmato una capsule per il brand di Carpi che coniuga tradizione e contemporaneità. “La partnership si è sviluppata in maniera spontanea, Twinset nasce come azienda di maglieria improntata sulla ricerca; la corrispondenza di valori con Rambaldi ha fatto sì che ci unissimo per questo progetto sostenibile”.
Il tema della collezione parte dalle mani delle contadine emiliane che stampavano a mano le tovaglie della festa con tradizionali blocchi di legno, usando colori naturali e rappresentando uva e viti. Per le maglie lo stilista ha usato l’esclusivo filato ‘Treeblend’, di proprietà di Twinset, creato riciclando gli scarti di lavorazione delle tessiture dell’azienda stessa e adeguando poi tutto il processo produttivo delle maglie a rigidi processi di risparmio energetico e di riduzione di emissioni di Co2. I cascami, scarti grandi o piccoli generati dalla tessitura delle maglie, vengono reinseriti nel ciclo produttivo, evitando lo spostamento delle materie prime e risparmiando energia, acqua e prodotti chimici. La creazione del filato, spiega l’azienda, comporta un risparmio del 23% di Co2.
L’aspetto sostenibile è rimarcato anche attraverso l’uso di macchine Shima di ultima generazione che producono integralmente il capo, mentre il lavaggio viene effettuato con speciali washing balls che utilizzano solo saponi naturali e riducono del 70% l’uso di acqua e dell’85% quello di energia elettrica. Anche sul segmento dell’asciugatura c’è un intervento sostanziale: non avviene dentro asciugatrici industriali ma in piano, anche in questo caso portando ad un notevole risparmio di energia e di emissioni. Infine, il packaging delle maglie in Treeblend è in carta o cartone riciclati e la vendita ai reseller e ai monomarca Twinset viene fatta attraverso campioni virtuali modellati in 3D, evitando la realizzazione e spedizione di prodotti fisici.