Saranno 52mila in quattro anni le insegne che, alla fine del 2023, avranno abbassato la saracinesca sul territorio italiano. Particolarmente critica la situazione in cui versa il settore moda che, in termini assoluti, rappresenta quello che ha accusato maggiori chiusure sul fronte retail, segnando un calo del 6,3% e una perdita di 8.553 unità rispetto al 2019. In termini percentuali si piazzano poi negativamente in pole position giornali e articoli di cartoleria, con una contrazione del 13,5% e 3.963 imprese in meno.
Se la crisi del commercio tricolore era già nota, a scattarne una fotografia aggiornata è Confesercenti, presentando i risultati dello studio realizzato in collaborazione Ipsos, società specializzata in ricerche di mercato e consulenza.
“Servono misure strutturali per sostenere i negozi di vicinato – avverte l’associazione di categoria – che continuano a diminuire”. Il confronto con il 2019 pre-pandemico, stima l’analisi, segnerà una flessione del 7%, dato che rappresenta il sintomo di una tendenza più ampia e annosa, su cui incide drammaticamente l’erosione del potere d’acquisto dei consumatori italiani, definita “un vero e proprio crollo, che pesa sul tessuto dei negozi di vicinato più della concorrenza dell’online”. Una panoramica che non stupisce e conferma la tendenza recentemente denunciata anche da Confcommercio, il quale contava 99mila imprese italiane chiuse dal 2012 ad oggi.
Con la tendenza attuale, secondo Confesercenti-Ipsos, la stima per i prossimi sette anni, ovvero da qui al 2030, è di una diminuzione di circa 73mila attività (-11% sul totale), “ad un ritmo di 18 negozi spariti al giorno”.
Indagando le cause della crisi del tessuto retail tricolore, l’associazione ricorda il complesso scenario macroeconomico che fa da sfondo in seguito alla crisi pandemica: “un’accelerazione del processo di desertificazione su cui incide la doppia crisi vissuta dal comparto che, dopo lo stop imposto dalla pandemia, ha visto interrompersi la ripresa a causa degli effetti di inflazione e caro-energia, che hanno eroso la capacità di spesa delle famiglie”. Un contesto denso di criticità che fanno sgretolare i redditi reali con effetti non reversibili nel breve termine: le capacità di spesa raggiunta nel 2021, spiega il report, non sarà recuperata prima del 2027
Intanto, dalle risposte degli intervistati emerge come il negozio tradizionale, forse in controtendenza con il boom dell’e-commerce e il suo effetto domino sulla resilienza degli store fisici, sia ancora preferito agli acquisti online per la maggior parte delle categorie merceologiche (sei su nove) e da consumatori di tutte le età. Ma resta in cima all’agenda la difficoltà nell’aprire nuove attività: nel 2022 sono nate nel Belpaese solo 22.608 realtà imprenditoriali, il 20,3% in meno rispetto al 2021.
E nel 2023 la situazione non accenna a migliorare: nei primi tre mesi dell’anno le nuove aperture sono ancora il 18% inferiori a quelle registrate nello stesso periodo del 2019, anticipa Confesercenti. “Un numero del tutto insufficiente a compensare le oltre 43mila imprese che hanno abbassato per sempre la saracinesca”. La media, drammatica, si attesta a oltre due negozi spariti ogni ora. Per far fronte al rischio desertificazione, l’ente propone misure fiscali per ridurre la pressione delle imposte sulle famiglie e di conseguenza incentivare la loro disposizione all’acquisto, come “detassare gli aumenti contrattuali per il prossimo biennio”, che “potrebbe generare 3 miliardi di euro di consumi aggiuntivi già a partire dalla prossima tornata contrattuale”.
E poi “misure strutturali, con un pacchetto di formazione per gli imprenditori, sostegni all’innovazione, una fiscalità di vantaggio per le piccole imprese della distribuzione con fatturato inferiore ai 400mila euro annui (‘shop tax reduction’), e la cedolare secca per le locazioni commerciali”.
L’obiettivo è quello di ridurre l’erosione di mercato delle piccole superfici, “recuperando 5,5 miliardi di euro di vendite e salvando quasi 30mila attività commerciali di vicinato dalla scomparsa nei prossimi sette anni”.