Il 2023 sarà un anno denso di sfide, ma anche di nuove opportunità per il mondo del fashion. Inflazione, crisi energetica e una supply chain che ancora arranca sono i principali fattori che influiranno sull’andamento del mercato. A questi si aggiungono il tema sempre più urgente della sostenibilità e la necessità di ripensare i canali di distribuzione e vendita da parte dei brand, per rispondere alle nuove abitudini di acquisto dei consumatori che, oltre all’online, dopo la pandemia stanno riscoprendo l’esperienza nei negozi fisici. Per rispondere a queste sfide e trasformarle in opportunità di crescita, le aziende della moda devono intraprendere un vero e proprio percorso di riorganizzazione, ripensando i propri processi e ottimizzandoli. Percorso, questo, che non può più prescindere dalla tecnologia e dal governo dei dati attraverso i quali i brand possono rispondere con efficienza e velocità all’evoluzione in atto.
“Supportare i brand del mondo fashion & luxury nella loro crescita e affiancarli nell’affrontare le trasformazioni del mercato, di oggi e di domani, è la mission che ci guida da sempre”, sottolinea Luca Tonello, General Manager di Deda Stealth, società di Dedagroup che, con i suoi oltre 400 professionisti e decine di progetti attivi nel mondo, è da oltre 30 anni al fianco delle più importanti aziende del settore e tra le poche realtà al mondo ad aver sviluppato una piattaforma tecnologica dedicata al comporto moda e accessori.
Oggi l’azienda cambia e si rinnova, non solo nel naming – da Dedagroup Stealth a Deda Stealth, appunto – ma anche nell’organizzazione, attraverso un percorso di partecipazione organizzativa che ha coinvolto direttamente le sue persone: “Uno degli asset principali dell’azienda, un vero e proprio centro di competenza interdisciplinare capace di leggere i nuovi trend e di accompagnare i clienti attraverso il cambiamento”, precisa Tonello. “Il risultato di questo percorso è una Deda Stealth ancora più agile e flessibile, radicalmente inserita nel mercato”. Il rebranding, annunciato in questi mesi dalla società, verrà presentato anche il 18 maggio in occasione dello Stealth Day: “Un appuntamento che è per noi un momento fondamentale di confronto con i nostri clienti e di scambio con tutto l’ecosistema della moda riguardo alle tendenze e novità del settore”, continua Tonello.
E sapersi adattare con rapidità al cambiamento oggi è un imperativo, ancora di più se si guarda ad un mercato altamente frammentato e caratterizzato dalla presenza di grandi gruppi ma anche da realtà di piccole e medie dimensioni. Esigenze e diversità a cui Deda Stealth risponde grazie alla profonda conoscenza dei processi che caratterizzano le imprese del settore e a prodotti e soluzioni in grado di accompagnarle efficacemente in tutto il percorso di crescita. “Con il nostro ecosistema di soluzioni as a service – da Zedonk, a Stealth© GO!, a Stealth©, The Fashion Platform – guidiamo in modo seamless l’azienda dalla sua nascita al suo sviluppo fino al suo percorso di internazionalizzazione, supportandola lungo tutta la catena del valore, dalla produzione, alla distribuzione, alla gestione dei canali di vendita. Inoltre, affianchiamo i brand anche in termini di sostenibilità attraverso soluzioni e servizi di filiera che permettono di selezionare fornitori e materie prime (con la piattaforma Bsamply) e di misurare l’impatto dei materiali e della produzione, abilitando così una maggiore tracciabilità e trasparenza (con Stealth©, Sustainability Solution). La parola d’ordine è un governo della supply chain sempre più esteso”, spiega Tonello.
Ma quanto è importante davvero il tema della sostenibilità e quanto l’intero settore è pronto ad adottare politiche rispondenti al nuovo concetto di moda green? “La sostenibilità permea ogni aspetto della catena del valore della moda. L’introduzione di nuove normative, soprattutto a livello europeo, e la crescente attenzione da parte dei consumatori richiedono una maggiore trasparenza da parte dei brand, che devono approcciare il tema agendo in modo profondo sui propri processi e misurando le proprie azioni, così da evitare iniziative isolate che le potrebbero esporre al rischio di greenwashing. Per questa ragione il controllo della supply chain ha un ruolo fondamentale, perché permette di tracciare, monitorare e misurare gli impatti di ciascun attore coinvolto nella filiera. Non è solo importante comunicare correttamente ma anche agire concretamente”, conclude Tonello.