Si è conclusa domenica la Budapest Central European Fashion Week, l’appuntamento, organizzato e patrocinato dalla Hungarian Fashion & Design Agency, con protagonista la capitale ungherese e i designer della regione. Un evento di due giorni che ha visto salire in pedana i capi di 19 talenti emergenti in quattro differenti location e che, come ha spiegato Zsófia Jakab, CEO di Hungarian Fashion & Design Agency, a Pambianconews, “ha deciso di puntare molto sulla valorizzazione del patrimonio culturale della città ospitante in un binomio tra moda, heritage e cultura, aspirando a un panorama internazionale”.
In questo percorso la Bcefw (Budapest Central European Fashion Week) vanta una partership con Camera Nazionale della Moda Italiana: I due enti hanno iniziato a collaborare nel 2018, raggiungendo un accordo strategico per aiutare congiuntamente gli attori del settore della moda ungherese ad accedere ai mercati internazionali. Nell’ambito di tale accordo, come primo passo, è stato creato il programma di mentoring, grazie al quale per molti brand ungheresi si sono aperte nuove prospettive in tutto il mondo. Un progetto condiviso che ha già portato molti risultati: “Abbiamo iniziato il nostro lavoro nel 2018, e prima di allora non c’erano molti player che cercavano di supportare il nostro settore”, afferma Jakab. “Mentre ad oggi, già a partire dallo scorso anno e con il post-Covid, abbiamo avuto molti buyer qui a Budapest e a Milano. Abbiamo avuto dei successi con brand come Nanushka e Aeron, ed è molto importante perché in qualche modo siamo già sulla ‘fashion map’ e questi brand ne sono un chiaro esempio”.
“Il nostro obiettivo – continua la manager – è integrare anche i nostri Paesi vicini per presentare le loro collezioni e renderli parte delle nostre sfilate. Grazie a figure importanti ed internazionali tra i buyer e i media stiamo cercando di essere un richiamo per talenti e designer della nuova generazione. Stilisti che rappresentano una creatività ogni volta differente, che parte dalla propria cultura e dalla storia del proprio Paese, oltre che dall’arte. I nostri brand sono molto creativi ma hanno bisogno di un aiuto per essere pronti per il mercato internazionale”.
Per questa edizione, la Bcefw ha deciso di sostituire le tradizionali sfilate con delle prestazioni dinamiche e delle performance. “Un format già conosciuto e sperimentato a livello internazionale ma completamente innovativo per i designer ungheresi, che ci ha permesso di includere altre location che rappresentassero il mondo creativo e lo storytelling dei brand. In futuro invece, il nostro piano è quello di riuscire a non organizzare noi le sfilate, ma di permettere che siano gli stessi marchi a pianificare le proprie presentazioni in diverse location”.
Un progetto che mira quindi a modellarsi sempre più sull’esempio delle altre settimane della moda e che aspira a raggiungere un mercato più ampio, con Paesi già interessati come l’Italia, il Medio Oriente e in particolar modo l’Asia. “I nostri team vendita – conclude Jakab – cerano sempre di trovare i migliori mercati per le nostre proposte, così che non ce ne sia solamente uno ma molteplici e diversi, proprio perché tutti i brand sono differenti tra loro”.