Aria di grandi cambiamenti e rimpasti nella galassia Lvmh. Secondo quanto comunicato questa mattina dallo stesso colosso francese del lusso, Pietro Beccari, a capo di Christian Dior Couture dal 2018, è stato nominato Presidente e CEO della maison ammiraglia, con effetto a partire dal 1° febbraio 2023. Inoltre, a livello creativo, il designer Colm Dillane collaborerà con il marchio alla prossima collezione menswear autunno-inverno 23/24. Al posto di Beccari subentrerà Delphine Arnault, Executive vice president di Louis Vuitton dal 2013, mentre il manager italiano andrà a sostituire Michael Burke, alla guida della griffe da ben dieci anni. Decisioni e giri di poltrone che fanno pensare ad una svolta per la storica casa di moda francese e che aprono immediatamente uno spiraglio su uno scenario post Virgil Abloh.
Beccari ha avuto un forte impatto sul successo di Dior, dove, come riportato dal Financial Times, ha contribuito a triplicare le vendite annuali, portandole a circa dieci miliardi di euro in soli quattro anni e facendo balzare la casa parigina ai vertici dei marchi di lusso in termini di vendite e crescita.
Delphine Arnault, la maggiore dei cinque figli di Arnault, avrà così un nuovo ruolo all’interno del gruppo, che vede già tre dei figli di Arnault, Antoine, Alexandre e Frédéric, ricoprire ruoli dirigenziali e sovrascrive l’intento della famiglia di tenere salda la proprietà e la sua organizzazione. Una teoria sostenuta anche dalla decisione di apportare un altro importante cambiamento alla holding di famiglia Financière Agache, che detiene una partecipazione del 48% in Lvmh. Agache è stata infatti trasformata in una cosiddetta ‘société en commandite’, uno status giuridico peculiare in Francia, utilizzato da poche aziende a conduzione familiare per proteggersi da eventuali acquisizioni. Sempre secondo quanto riportato dal Financial Times, Thomas Chauvet, analista del lusso presso Citi, ha affermato come la pianificazione della successione nei ruoli strategici è stata determinante per il successo dei marchi chiave di Lvmh negli ultimi 20 anni e di come quindi i cambiamenti di gestione di oggi sono significativi.
“Pietro Beccari ha svolto un lavoro eccezionale da Christian Dior negli ultimi cinque anni. La sua leadership ha accelerato il fascino e il successo di questa iconica maison”, ha commentato Bernard Arnault, patron del gruppo Lvmh, in una nota. “Sono certo che Pietro condurrà Louis Vuitton al prossimo livello di successo e desiderabilità”. Una dichiarazione che ha elogiato anche l’operato di Burke: “Desidero estendere i miei più sentiti ringraziamenti a Michael Burke, che ha guidato lo straordinario successo di Louis Vuitton negli ultimi dieci anni. Ha svolto un lavoro straordinario nello sviluppo di questa eccezionale maison”, ha aggiunto Arnault, spiegando come il manager “ha ampliato il vantaggio di Louis Vuitton sulla concorrenza e ha promosso l’heritage di Louis Vuitton ancorandola alla modernità”.
Un’eredità importante ma che d’altronde ora deve guardare al futuro dell’azienda: “Chi sarà il prossimo direttore creativo di Louis Vuitton?” è una domanda che riecheggia da parecchio tempo negli ambienti della moda e che ha dato vita periodicamente ad una serie di rumor sui papabili successori alla direzione creativa del marchio. Ad alimentare le voci su una possibile successione, questa volta, è stato un articolo pubblicato da Vogue che ha rivelato come la prossima collezione menswear della maison francese (che sarà presentata il 19 gennaio durante la Paris Fashion Week) sia stata realizzata in collaborazione con Colm Dillane, designer del brand KidSuper. Dillane, riporta la testata americana, ha contribuito come co-designer e primo ‘ospite’ della griffe con il compito di affiancare il team creativo. Una scelta singolare che ha subito portato gli addetti ai lavori a domandarsi se questo potrebbe essere stato un esercizio di preparazione in vista di una futura nomina di Dillane nel ruolo di direttore creativo di Louis Vuitton.
Il marchio ammiraglio del colosso del lusso Lvmh è infatti orfano di un direttore creativo dal 2021, a seguito della scomparsa, avvenuta a novembre dello stesso anno, di Abloh. Dalla sua morte, la griffe si è astenuta dal nominare un creativo, facendo intendere come fosse una decisione che necessitava di tempo. Una strategia opposta a quella di Off-White, brand fondato proprio da Abloh e controllato al 60% da Lvmh, e che lo scorso maggio aveva affidato la propria direzione creativa a Ibrahim Kamara – fashion director e stylist, oltre che direttore del magazine Dazed.
D’altronde, il compito di affidare una direzione creativa è una decisione estremamente complessa, soprattutto quando l’operato del designer uscente ha ridefinito l’estetica e l’immaginario della maison stessa – proprio come nel caso di Abloh.
Dillane è sicuramente un designer emergente ma non è nuovo alle passerelle di Parigi: con il suo brand era entrato già infatti a far parte del calendario della fashion week di Parigi nel febbraio 2020, con una presentazione digitale. Inoltre, a 29 anni si era già aggiudicato uno dei tre premi in memoria di Karl Lagerfeld all’Lvmh Prize, con Abloh parte della giuria.
In merito al suo futuro però, all’interno di Louis Vuitton, il CEO uscente Michael Burke non si è sbilanciato, dichiarando a Wwd come sia troppo presto per dire se Dillane sarà il prossimo direttore creativo della casa di moda e facendo anche intendere come la decisione della sostituzione necessiti di altro tempo. Nonostante ciò, però, Burke ha tenuto a sottolineare come la collaborazione non voleva essere una semplice apparizione di Dillane come ospite. “Volevamo qualcosa di più profondo. Volevamo che si immergesse completamente nello studio – e che facesse scintille”, ha dichiarato alla testata americana, lasciando, di fatto, aperta ogni possibilità.