Clerici Tessuto compie 100 anni e celebra il traguardo con una capsule di circa 20 tessuti pensati per incarnare il know-how e l’heritage della storica azienda tessile comasca, reinterpretandone i capisaldi con lo sguardo contemporaneo della produzione odierna.
Ogni tessuto che compone la selezione nasce come “espressione di un virtuosismo tecnico e stilistico”, racconta l’azienda, abbracciando classici del suo repertorio tessile come il velluto e lo chiné oltre a sofisticate lavorazioni jacquard. Per enfatizzarne il valore creativo, ciascun tessuto è stato incorniciato come un quadro, richiamando i motivi presenti sulle antiche macchine da cucire, riprodotti sulle superfici con tecniche come l’innovativo taglio laser, oppure ricami e lavorazioni integrate nel tessuto stesso.
A segnare il centenario dell’azienda, una spinta verso la transizione green e l’impegno per gestire responsabilmente il proprio impatto ambientale e sociale. Quest’anno, infatti, Clerici Tessuto ha pubblicato il primo bilancio di sostenibilità, vera e propria ‘pagella’ che certifica i risultati ottenuti nel 2021 e quelli prefissati per il prossimo futuro. Al centro dell’orizzonte sostenibile dell’azienda ci sono “il rispetto e nella valorizzazione dell’intera filiera produttiva e del capitale umano che ne è parte integrante, nel sostegno alla comunità locale in cui opera e nella tutela e salvaguardia dell’ambiente”.
Tra i risultati raggiunti, un ulteriore arricchimento della propria rosa di certificazioni green e contestualmente il passaggio sempre più netto all’impiego di tessuti certificati, dal 12% del 2020 al 31% del 2021. A dimostrazione di questo trend in ascesa, anche il fatturato generato da questa gamma di materiali ha conosciuto un balzo in avanti nell’anno passato, mettendo a segno un rialzo del 21%, con un incremento di 12 punti percentuali sul 2020 e un’accelerazione anche nell’anno in corso, anticipa Clerici.
Ottenuta la certificazione ‘European Flax’ e la collaborazione con Parley for the Oceans, con un accordo per produrre tessuti di lusso utilizzando un filato di poliestere riciclato Grs (Global Recycled Standard), l’azienda ha dispiegato le proprie energie per gestire responsabilmente le risorse idriche e gli scarti di produzione, adoperandosi anche in attività di upcycling e iniziative di economia circolare extra-settoriali.
Intanto, il 2021 si era chiuso a quota 51 milioni e una crescita dei ricavi su base annua del 22% per la realtà specializza nel segmento del tessile di alta gamma per abbigliamento, accessori e arredo. E il 2022 promette di proseguire la corsa, con un fatturato atteso tra i 60 e i 65 milioni di euro, hanno anticipato il presidente Alessandro Tessuto e il CEO Stefano Bernasconi.
Un risultato previsto al netto delle criticità che stanno caratterizzando un anno in chiaroscuro per tutto il settore e in generale le filiere globali, tra rincari delle materie prime e dell’energia e le ripercussioni del conflitto Russia-Ucraina. Per l’anno che sta per iniziare, le aspettative sono di una definitiva ripresa ma le incognite restano ancora tante. “Le stime di mercato sostengono che dopo un rallentamento nel primo semestre 2023 – ha spiegato l’amministratore delegato Bernasconi – la seconda metà del prossimo anno sarà di ulteriore ripresa per le aziende del lusso, valutando sia il sentiment del mercato che i principali player”.
Per il momento, ha spiegato il CEO, l’azienda conta su attività distribuite per il 40% nel mercato domestico e per il restante 60% in quello internazionale: il core business dell’azienda resta “lo sviluppo di prodotti per le principali maison a livello mondiale”.