Della Valle pianifica il delisting. La famiglia marchigiana ha appena annunciato il lancio di un’Opa volontaria sulle azioni del gruppo Tod’s, il prezzo offerto corrisponde ad euro 40 per azione (premio del 20,4% sul prezzo di chiusura di ieri). In mattinata le azioni del gruppo si sono allineate su questo valore scambiate a circa 40 euro, sfiorando +21 per cento. Tod’s è quotato dal 2000. Dall’inizio dell’anno il titolo del gruppo ha perso oltre 19 punti percentuali a Piazza Affari.
“L’Offerta – si legge nella nota – è finalizzata ad acquisire il 25.55% delle azioni della società, per raggiungere il 90% e, conseguentemente, a ottenere il delisting. Pertanto – al verificarsi dei presupposti di cui all’articolo 108, comma 2, del TUF – non verrà ripristinato un flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni delle azioni”.
La famiglia spiega di volere investire nel gruppo per accelerarne lo sviluppo. L’obiettivo è valorizzare i singoli marchi posseduti dalla società (Tod’s, Roger Vivier, Hogan, Fay), dando una forte visibilità individuale e una grande autonomia operativa. “Attraverso tale strategia – si legge nel documento – si intende rafforzare il posizionamento dei marchi nella parte alta del mercato della qualità e del lusso, con un elevato livello di desiderabilità. Il perseguimento di questi obiettivi di medio e lungo periodo sarebbe meno agevole mantenendo lo status di società quotata, stanti le limitazioni derivanti dalla necessità di riportare risultati soggetti a verifiche di breve periodo. Pertanto, la famiglia Della Valle è determinata a promuovere e sostenere questo progetto, consapevole della bontà dei marchi del gruppo, della qualità della sua struttura manageriale e della comprovata competenza ed esperienza dei suoi artigiani”.
La famiglia Della Valle detiene attraverso diverse società il 63,6% del gruppo, mentre il secondo socio per rilevanza è Delphine Sas, che fa capo al gruppo Lvmh, con il 10% delle quote che resterà nella compagine azionaria anche dopo il delisting, come chiarito nella nota.
Il gruppo marchigiano ha chiuso il 2021 con un rosso da 5,9 milioni di euro che denota comunque un’accelerazione rispetto a quello da 73,2 milioni del 2020 pandemico. In crescita il fatturato, aumentato del 38,7% a 883 milioni di euro e poco al di sotto dei livelli pre-Covid (-3,5% sul 2019). Il risultato è stato raggiunto grazie alla performance del quarto trimestre, in cui l’azienda ha messo a segno ricavi pari a 261,2 milioni di euro, in aumento del 41,6% rispetto al quarto trimestre 2020 e del +9,6% sull’analogo periodo del 2019.
I valori nel Q1 2022 hanno superato quelli pre-pandemia con un fatturato consolidato del gruppo a 219,6 milioni, in crescita del 23% rispetto al primo trimestre 2021, guidati dal forte aumento della domanda da parte del mercato americano (+68% a 15,7 milioni di euro). A cambi costanti i ricavi sono pari a 214,4 milioni , in crescita del 20% rispetto al primo trimestre 2021. Nel primo trimestre 2019 i ricavi si attestavano a quota 216,4 milioni di euro. I risultati del Q1 2022 hanno superato le attese degli analisti che si aspettavano 212 milioni di euro di vendite, secondo un consensus di Equita citato da Reuters.