La Cina frena la crescita di Burberry nel primo trimestre 2022. La casa di moda britannica ha visto le sue entrate salire del 5,4% a quota 505 milioni di sterline (circa 596 milioni di euro), rispetto ai 479 milioni del medesimo quarter nel 2021. Un risultato su cui ha fortemente pesato la performance della Greter China, rallentata dalle restrizioni anti-Covid, e che è costato un tonfo delle sue azioni durante le prime contrattazioni in Borsa, con una discesa del 7 per cento.
Le vendite comparabili in store sono complessivamente aumentate dell’1% nel periodo tra aprile e giugno, tasso di crescita che arriva al 16% escludendo l’Ex Celeste Impero, a dimostrazione – spiega il report divulgato dalla maison – del sensibile impatto dei lockdown asiatici. “Incoraggiante”, però, aggiunge, la ripresa emersa nel mese di giugno con il graduale allenamento delle limitazioni, nonostante il permanere di un clima di tensione e e la nuova impennata dei casi a Shanghai.
Per converso, è stata l’area Emea il mercato più dinamico, con vendite comparabili balzate in avanti del 47%, con una domanda da parte dei clienti locali anche al di sopra dei livelli pre-pandemia, spiega l’azienda. Inoltre, anche i consumi dei turisti americani nella regione sono incrementati.
In generale “l’approccio localizzato” adottato, ha aggiunto Burberry, ha avuto come risultato un aumento della spesa dei consumatori nei propri mercati interni che ha superato il 2019 pre-Covid. “Questo approccio, insieme all’aumento della spesa turistica dalle Americhe, ha contribuito principalmente a compensare le minori vendite ai turisti asiatici, cinesi in particolare. Le nostre categorie di riferimento, pelletteria e abbigliamento, hanno continuato a ottenere buoni risultati al di fuori della Cina continentale”, ha affermato la società.
Tra i fattori che hanno contribuito affinché Burberry reggesse all’impatto della crisi cinese, la forza del dollaro, che si prevede dia un boost alle vendite durante l’intero anno fiscale. Lo evidenzia il Financial Times, ricordando anche che la fashion house ha comunque superato le aspettative degli analisti che attendevano un calo trimestrale nelle comparable store sales del 2 per cento.
Con alla guida Jonathan Akeroyd, subentrato lo scorso marzo all’ex CEO Marco Gobbetti, Burberry resta comunque moderatamente ottimista sulle prospettive di crescita, delineando un outlook a medio termine che stima ricavi in crescita “high-single digit” e una marginalità del 20 per cento.