L’Antitrust Ue fa tremare il lusso europeo. La Commissione Europea ha avviato ieri ispezioni senza preavviso presso le sedi di aziende del settore moda in diversi Stati membri.
Parallelamente, l’istituzione di Bruxelles ha anche inviato richieste formali di informazioni a diverse società attive nella fashion industry, per verificare la possibilità che le realtà interessate possano aver violato l’articolo 101 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea e l’articolo 53 dell’accordo sullo Spazio economico europeo, che vietano i cartelli e altre pratiche commerciali restrittive.
I funzionari della Commissione erano accompagnati dai loro omologhi delle autorità nazionali garanti della concorrenza competenti.
Il provvedimento ha avuto eco anche sulle borse europee con lo Stoxx del settore del lusso europeo che martedì ha perso l’1%, con un effetto domino su tutti i titoli fashion della piazza milanese, eccezion fatta per Ferragamo. Moncler è arretrato martedì dell’1,41% a 44,63 euro, Tod’s del 2,12% a 34,2 euro, Brunello Cucinelli dello 0,29% a 48,58 euro, Safilo dello 0,48% a 1,46 euro. A Parigi Hermès in calo dell’1,15% a 1.078 euro, Lvmh dello 0,76% a 585,6 euro e Kering dello 0,81% a 466,55 euro.
Le ispezioni avviate dalla Ue sono una fase preliminare dell’indagine su sospette pratiche anticoncorrenziali, che potrebbero costare alle aziende coinvolte sanzioni fino al 10% del loro fatturato globale. Il fatto che la Commissione effettui tali ispezioni e invii richieste formali di informazioni, viene specificato in una nota ufficiale, “non significa che le aziende siano colpevoli di comportamenti anticoncorrenziali né pregiudica l’esito dell’indagine stessa”.
Non esiste una scadenza legale per completare le indagini sulla condotta anticoncorrenziale, la durata dei controlli dipende da una serie di fattori tra cui la complessità di ciascun caso, la misura in cui le imprese interessate collaboreranno con la Commissione e la necessità di rispettare i diritti di difesa delle parti.