Si riaccende il sogno di un polo del lusso italiano capitanato da Otb. “Deve essere qualcosa di grande, altrimenti non ha senso”, ha dichiarato il numero uno della holding Renzo Rosso in un’intervista di The Business of Fashion nello showroom milanese della sua Diesel. “Le banche mi stanno supportando. Dicono: ‘Sogna, Renzo!'”
Gli ultimi anni sono stati vorticosi per il gruppo tricolore, con il consolidamento di Maison Margiela che in Otb ha raddoppiato il proprio fatturato in tre anni e l’acquisizione di una quota pari al 20% di Amiri, brand losangelino della scena underground. Ma soprattutto c’è stato l’ingresso nel già ricco portfolio di Obt di Jil Sander, il marchio fondato dall’omonima designer tedesca e fino allo scorso settembre di proprietà del gruppo giapponese Onward Holdings. Un momento d’oro per l’imprenditore veneto, con alle spalle 44 anni di attività nel settore di moda e lusso, che ora punta soprattutto a potenziare Diesel, da lui stesso fondata nel 1978 e ora protagonista di un ritorno sulle scene del fashion dopo il successo sfolgorante degli anni ’90.
Un cambiamento di rotta per il marchio di denim culminata nel 2020 con la scelta del direttore creativo Glenn Martens, allievo di Jean Paul Gaultier e già allo stile del marchio francese Y/Project. Il creativo ha debuttato in passerella in occasione della scorsa Milano fashion week, firmando la collezione autunno/inverno 2022-23 di Diesel.
Ma l’ambizione di Rosso non accenna a fermarsi, come ha raccontato alla testata americana. Gli obiettivi del manager non suonano nuovi, ma ribaditi con rinnovata convinzione: dall’obiettivo della quotazione fissato per il 2024 con una Ipo, anticipato da Rosso insieme al CEO Ubaldo Minelli lo scorso autunno, alla meta ancora più a lungo termine di una realtà aggregata sotto i riflettori della moda.
Un obiettivo che resta vivido nell’orizzonte imprenditoriale di Rosso, il quale punta – ha raccontato a Bof – ad acquisizioni ancora più ambiziose e trasformative per sancire il suo passaggio al lusso. Il piano è quello, da tempo accarezzato, di dare vita a una realtà tutta italiana che sappia rappresentare un’alternativa ai grandi conglomerati francesi, da Lvmh a Kering, finora protagonisti indiscussi nello scacchiere del fashion.
Forse inarrivabili nelle dimensioni, ma non nell’identità stilistica e nella vision. “Voglio che Otb sia un gruppo con un’anima, con solo marchi davvero speciali”, ha spiegato Rosso. “Non posso competere finanziariamente con i gruppi francesi. Ma posso fare qualcosa di speciale, alternativo”.
Se la maggior parte delle realtà a cui sarebbe interessato (come la label parigina Jacquemus) sono almeno per il momento off-limits, Rosso starebbe guardando a etichette creative e riconoscibili con un punto di vista forte, menzionando tra i “marchi da tenere d’occhio” nomi che spaziano dall’affermato Rick Owens a Casablanca, che ha guadagnato una crescente popolarità nelle ultime stagioni.
Otb ha chiuso l’ultimo fiscal year con ricavi da oltre 1,5 miliardi di euro, in crescita del 16,2% rispetto al 2020 e in linea con il 2019. L’obiettivo, da qui al 2024, resta un incremento dei ricavi del 20% anno su anno.