Kering chiude il primo trimestre con risultati positivi e ricavi in crescita a doppia cifra da parte di tutti i brand del gruppo ma aleggia l’incognita Cina e l’inasprimento nel Paese delle restrizioni legate alla pandemia di Covid. Nel Q1 gruppo della famiglia Pinault ha sfiorato i 5 miliardi di euro di fatturato; i ricavi sono stati pari a 4,95 miliardi, in aumento del 27,4% a tassi correnti (+21,4% a tassi comparabili) rispetto al Q1 del 2021 e del 32% rispetto al primo trimestre 2019.
Le vendite retail sono cresciute del 23% a tassi comparabili rispetto al primo trimestre del 2021, quelle wholesale del 19 per cento. È proseguita la crescita delle vendite online, +34%, con un’incidenza del 15% sul totale vendite. In termini di incidenza delle vendite per area geografica l’Asia Pacific segna un aumento del 37%, seguita da Nord America (+26%), Europa occidentale (+24%) e Giappone (+6 per cento).
Il turnover di Gucci ha registrato una crescita del +13,4% a tassi comparabili con le vendite retail in aumento del +15% (e un’incidenza delle vendite retail salita al 92% del totale vendite). Il marchio guidato da Marco Bizzarri e Alessandro Michele ha totalizzato vendite pari a 2,59 miliardi di euro. “Prosegue l’eccellente momentum in Nord America e il continuo progresso in Europa occidentale – si legge nella nota fornita da Kering -. In Asia-Pacific, a partire da marzo, con le nuove restrizioni, le performance sono state più contrastanti, soprattutto in Cina. La Maison ha recentemente rafforzato la sua organizzazione in questo mercato per cogliere l’enorme potenziale del marchio. Per quanto riguarda il canale wholesale, la sua razionalizzazione è quasi completata”.
Yves Saint Laurent ha registrato un fatturato di 739 milioni di euro, in crescita del 43 per cento. “Nel canale retail, le vendite sono aumentate del 49% a tassi comparabili, grazie al successo di tutte le categorie di prodotto e alla crescita spettacolare in tutte le regioni, soprattutto tra i clienti locali. Lo slancio delle vendite si è registrato soprattutto in Europe Occidentale (+100%) e Nord America (+77%) su base comparabile. La rete wholesale cresce del +10% su base comparabile”, si legge nel documento.
Nel periodo in esame Bottega Veneta ha raggiunto un fatturato di 396 milioni di euro, in crescita del 20,8 per cento. Rispetto al primo trimestre del 2019, l’incremento è stato del 59 per cento. Le vendite dirette sono aumentate del 18% con un numero stabile di negozi.
Gli altri marchi hanno fatturato 973,4 milioni di euro in crescita del 35,5 per cento. “A livello retail, le vendite sono aumentate del 45% nel primo trimestre. Balenciaga e Alexander McQueen continuano a crescere notevolmente in tutte le aree geografiche. Anche Brioni è in crescita e continua anche l’eccezionale sviluppo delle nostre marche di gioielleria”, riporta la nota. Le vendite di Kering Eyewear & Corp. hanno registrato una crescita del 35,1% su base comparabile raggiungendo i 308 milioni di euro. L’acquisizione di Lindberg, realizzata lo scorso anno, è stata consolidata per la prima volta lo scorso trimestre, notevoli le performance degli occhiali Gucci e Cartier. Nei prossimi mesi verrà inoltre finalizzata l’acquisizione del brand Maui Jim.
“Abbiamo iniziato il 2022 con un primo trimestre molto solido all’interno di un contesto incerto, influenzato in particolare dall’inasprimento delle restrizioni Covid in Cina dal mese di marzo – dichiara François-Henri Pinault, presidente e CEO di Kering -. Tutte le nostre maison hanno registrato una crescita delle vendite a doppia cifra, con performance spettacolari registrate da Saint Laurent e anche delle altre marche, in particolare Balenciaga e Kering Eyewear. Anche Bottega Veneta ha registrato un forte aumento delle vendite, nonostante una base comparabile elevata. Le forti performance di Gucci in Nord America ed Europa sono state bilanciate dall’esposizione in Cina, dove stiamo rafforzando l’organizzazione interna per cogliere pienamente le opportunità del mercato. Pur prestando la massima attenzione alle condizioni economiche e geopolitiche, proseguiamo nel percorso di investimento in tutte le nostre marche, la cui attrattività continuerà ad alimentare sia la nostra crescita che la nostra redditività. Desidero infine esprimere la mia sincera solidarietà, a nome di tutto il gruppo Kering, alle persone le cui vite sono colpite dal conflitto in Ucraina”.
Secondo quanto riportato da Wwd, la performance di Gucci sconta, appunto, la situazione difficile in Cina, un mercato chiave per il marchio. Come riportato dalla testata, Barclays stima che circa un terzo delle vendite al dettaglio di Gucci sia in Cina. Claire Roblet, direttrice delle comunicazioni finanziarie e delle informazioni di mercato di Kering, ha dichiarato agli analisti che circa il 40% dei negozi Gucci in Cina si trova in città colpite da restrizioni di vario grado legate al coronavirus. Ha inoltre chiarito che circa il 10% della rete cinese del marchio è stato chiuso durante le ultime due settimane di marzo.
Alla Borsa di Parigi il titolo sta cedendo oltre il 5 per cento.