La trimestrale di Nike batte le attese di Wall Street, spingendo il titolo del gigante dello sport a +4,4% nell’extended trading della giornata di ieri. Nei tre mesi al 28 febbraio scorso l’azienda di Beaverton ha registrato ricavi per 10,9 miliardi di dollari (circa 9,9 miliardi di euro), in crescita del 5% (+8% a cambi costanti), performance alimentata soprattutto dal marchio Nike, mentre Converse risulta in leggera flessione. Il mercato aveva stimato un giro d’affari trimestrale di 10,59 miliardi. I profitti netti hanno perso 4 punti percentuali, scendendo a 1,4 miliardi di dollari, mentre l’utile per azione per il trimestre è stato di 0,87 dollari, oltre le attese degli analisti, ferme a 0,71 dollari.
Tra i canali di vendita, Nike ha evidenziato un +15% di direct sales, mentre l’e-commerce è balzato, nel periodo, del 19 per cento. Il wholesale risulta in calo dell’1 per cento. Quanto invece ai mercati, gli Stati Uniti (piazza di riferimento di Nike), l’area Emea e l’Asia-Pacific hanno saputo compensare la flessione della Cina.
Al 28 febbraio scorso le giacenze di Nike hanno toccato però i 7,7 miliardi di dollari, in aumento del 15% rispetto all’anno precedente con “scorte in transito elevate generate dai tempi di consegna prolungati, a loro volta dovuti alle continue interruzioni della catena di approvvigionamento e solo parzialmente compensati dalla forte domanda dei consumatori durante il trimestre”.
“Nike – riflette Yahoo Finance – continua a fare i conti con problemi di fornitura persistenti, con diversi broker che hanno ridotto i loro target price per le azioni a causa dei timori di carenze, causate dalla chiusura degli stabilimenti della società in Vietnam lo scorso anno. E dal lato della domanda, con la Cina che ora sta affrontando nuovi stop per un’impennata di casi di Covid-19, le vendite dell’azienda nella regione potrebbero rallentare anche in futuro”.
“I solidi risultati di Nike in questo trimestre mostrano che la nostra strategia di consumer direct acceleration sta funzionando, mentre investiamo per raggiungere nuove opportunità di crescita – ha commentato John Donahoe, presidente e CEO di Nike -. Alimentati da profonde connessioni con i consumatori, da una convincente innovazione di prodotto e dall’espansione digitale, abbiamo il playbook giusto per navigare nella volatilità e creare valore attraverso la nostra incessante spinta a servire il futuro dello sport”.
Nei primi nove mesi dell’esercizio fiscale i ricavi di Nike hanno superato i 34,4 miliardi di dollari, a +7%, mentre l’utile è aumentato del 9% a 4,6 miliardi.
Per il fiscal year in corso Nike ha confermato le previsioni di una progressione dei ricavi intorno al 5%, quindi in linea con le stime di Wall Street, che inquadra un +5,3 per cento.
La società si è recentemente unita agli grandi player che hanno ridimensionato le proprie operazioni in Russia, alla luce del conflitto in corso in Ucraina, sospendendo le vendite online e annunciando la chiusura temporanea delle location brick-and-mortar in Russia.