Nel solo 2020, anno chiave della pandemia, la moda italiana ha perso 24 miliardi di euro, riuscendo a recuperarne 16 nel 2021. All’appello mancano quindi ancora 8 miliardi per parlare del ritorno ai livelli pre-pandemici. Ma all’orizzonte si stanno esacerbando diverse problematiche, dai costi energetici elevati ai rincari dei prezzi del petrolio, che rendono il panorama difficile. Da qui l’appello di Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana al governo in occasione dell’audizione, avvenuta ieri, presso la Commissione Bilancio del Senato sul Decreto Sostegni Ter a favore di misure per sostenere il made in Italy.
“La moda continua ad essere una filiera strategica per la ripresa economica del Paese, ma servono ancora misure di sostegno per recuperare le perdite causate dalla pandemia” ha affermato Carlo Capasa in audizione. Come precisato dal presidente di Cnmi, il settore si confronta con gli aumenti vertiginosi che stanno vessando tutta l’industria: “Energia elettrica, ma non solo – dice Capasa – il settore ha visto i costi della logistica toccare il +300%, ecco perché servono ancora provvedimenti che aiutino a calmierare e ristorare questi aumenti”.
La Camera Nazionale della Moda chiede quindi che si continui con le iniziative di supporto agli affitti “perché – ricorda il manager – se l’export vola il commercio interno soffre ancora e deve essere aiutato“ e proprio in questa direzione va l’invito di Capasa al mantenimento delle norme sulle rimanenze di magazzino che prevedono un credito d’imposta proporzionale alle rimanenze del non venduto. “Ben vengano poi misure, ma anche operazioni di comunicazione, capaci di supportare il turismo legato allo shopping” dice ancora Capasa che ribadisce la leadership di Milano la quale, prima della pandemia, era la meta turistica preferita dagli stranieri per gli acquisti legati a moda e design.
Infine il presidente sottolinea il danno subito dal settore a causa dell’esclusione dei marchi di impresa dalle tutele previste dalla norma della patent box per l’agevolazione fiscale sui redditi derivati dall’uso di opere d’ingegno: “Nel mercato globale la competitività della moda Made in Italy si gioca sempre di più su innovazione e creatività, strumenti che vanno protetti e sostenuti”. Capasa conclude con un appello perché vengano diffuse norme specifiche per favorire il reshoring :“È il momento giusto perché le nostre produzioni rientrino in Italia ma servono misure ad hoc”.