L’inflazione negli Stati Uniti tocca il record dal 1982. A gennaio, i prezzi al consumo sono aumentati del 7,5% se confrontati con un anno fa, secondo quanto riportato dal rapporto mensile del Bureau of Labor Statistics. Si tratta di un ulteriore aumento dopo l’aumento del 7% di dicembre ed è il tasso di inflazione dai tempi della presidenza di Ronald Regan, un incremento dettato dai costi dell’energia letteralmente schizzati nell’ultimo periodo.
Il rincaro delle merci si riflette anche sulla moda. A gennaio, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) per la moda negli Stati Uniti ha segnato un aumento su base annua del 5,3 per cento. Secondo quanto riportato da Modaes, la moda maschile ha visto aumentare i prezzi a gennaio del 6,6% rispetto ad un anno fa, mentre l’inflazione della moda femminile è stata del 5,4%. Rispetto al mese di dicembre, l’aumento della moda maschile è stato del 2,6%, mentre la moda femminile ha ridotto i prezzi dello 0,9 per cento. Il trend, come specifica la testata spagnola, è in linea con il resto dei principali Paesi. Nel 2021 l’inflazione nel settore in Europa, compresa la moda e le calzature, si è attestata al 3,1%, secondo i dati pubblicati da Eurostat.
Oltre all’abbigliamento, anche le calzature hanno sperimentato un rincaro dovuto appunto all’inflazione. Come precisato da Footwear News che ha riportato i dati di Footwear Distributors and Retailers of America (FDRA), i prezzi delle scarpe sono aumentati del 6% a gennaio anno su anno. Le calzature da uomo sono aumentate del 5,1%, le donne del 6,8% e quelle dei bambini del 6,3 per cento. L’aumento, inoltre, dovrebbe perdurare per tutto il 2022. Non mancano le preoccupazioni. Secondo Andy Polk, senior vice President di FDRA, il rischio è che i consumatori sentano questa continua inflazione “molto di più rispetto allo scorso anno perché ci sono meno dollari in tasca per compensare l’aumento dei costi. Lo stimolo del governo si è esaurito poiché le famiglie non ricevono più assegni mensili del credito d’imposta per i bambini, poi ci sono altri problemi come la ripresa dei rimborsi dei prestiti studenteschi. Il risultato è che molti consumatori acquisteranno scarpe a prezzi ancora più bassi rispetto all’anno scorso, forse anche meno scarpe, nei prossimi mesi”.