Non accenna a vacillare il boom dello sportswear. “The new normal is here”, recita il nuovo report redatto da McKinsey a proposito di uno dei segmenti più premiati dall’avvento della pandemia, che ha sbaragliato tutti nell’ambito moda, abbigliamento e accessori. E che ora, spiega la società di consulenza, continua a evolversi tra i trend che stanno caratterizzando la nuova sensibilità dei consumatori, dalla maggiore attenzione e consapevolezza sulla propria salute, al cambiamento dei canali d’acquisto fino alla crescente preoccupazione riguardo alla sostenibilità di materiali e processi produttivi.
Prima della pandemia, la maggior parte dei player del settore ha registrato una crescita degli utili ante imposte che oscillava tra l’8% e il 15%, nonché una crescita del 5-10% nelle vendite annuali. Nel 2020, nonostante la generale contrazione dei consumi, molti attori specializzati nel segmento sportivo sono stati in grado di mettere comunque a segno margini e incremento delle vendite superiori al 15%, cavalcando la nuova tendenza all’acquisto dell’abbigliamento informale e sportivo che ha caratterizzato i mesi di lockdown e interruzione delle attività sociali. E, in generale, si può dire che lo sportswear abbia generato profitti superiori alla media nel pieno della crisi pandemica.
Un balzo in avanti, aiutato dalla spinta del mercato cinese, che si è consolidato nel 2021, con una crescita media rispetto all’anno precedente del 14%, più del doppio del tasso di crescita annuo registrato dal settore tra il 2015 e il 2019, fermatosi al 5 per cento.
Il vento favorevole sembra non starsi affievolendo, prevede McKinsey, nonostante gli spettri della variante Omicron e delle altalenanti restrizioni, che comunque mettono il segmento sportivo meno a repentaglio di altri. Le prospettive a medio termine sono positive: il mercato globale dell’abbigliamento sportivo, si stima, dovrebbe crescere dell’8-10% all’anno fino al 2025, passando dai 295 miliardi di euro nel 2021 ai futuri 395 miliardi entro i prossimi tre anni.
Saranno proprio i cambiamenti, non del tutto reversibili, nello stile di vita e nelle priorità dei consumatori a offrire nuove opportunità di crescita alle aziende di articoli sportivi,
“Gli ultimi due anni sono stati davvero per molti di noi uno sport agonistico: questa è la nuova realtà”, ha commentato, si legge nel report, David Allemann, co-founder della sport company svizzera On. “Abbiamo vissuto un grande cambiamento paragonabile agli anni 20, quando Coco Chanel liberò le donne dai corsetti”.